Al Salone di Federico tagli e racconti
giovedì 14 maggio 2020
Ad essere sinceri, difficilmente ci saremmo occupati di seguire Il salone delle meraviglie, tra l’altro in seconda serata martedì su Real Time, se non fosse che, come il nostro amato Presidente, tutti in questo periodo abbiamo problemi di capelli. Ovviamente, chi più chi meno. Per i calvi e i tanti ormai dediti alla rasatura a zero, l’emergenza Coronavirus non ha prodotto particolari inquietudini. Per tutti gli altri della serie «Ehi, Giovanni non vado dal barbiere neanche io» le cose non sono semplici. I tentativi di taglio in proprio, tuttalpiù con l’azzardo di ricorrere all’aiuto della moglie, hanno prodotto risultati a dir poco approssimativi. Ma soprattutto le donne si sono ritrovate a fare i conti con ricrescite improponibili. Per questo confidavamo che Federico Lauri («Federico Fashion Style») ci potesse dare qualche consiglio per una gestione casalinga delle capigliature in attesa dell’ormai imminente riapertura dei parrucchieri, che si annuncia però più complicata del previsto. Invece, niente. Le puntate ora in onda risalgano ai tempi ormai lontani del pre–pandemia. Per cui, orfani di suggerimenti per rimediare ai danni fatti in quarantena, ci siamo lasciati prendere ugualmente dalle evoluzioni di questo trentenne ingioiellato, dai comportamenti ambigui (ma fidanzato e con figlia), vestito con i colori di Arlecchino, che ha dato vita a uno dei saloni più famosi d’Italia. Partito dalla provincia, da Anzio per l’esattezza, ha risalito lo Stivale diventando hair stylist dei vip (in parole povere parrucchiere di persone famose), aprendo anche a Milano locali all’insegna del «Federico Fashion Style». In mezzo all’effimero, tra pettegolezzi e banalità, tra un chiamarsi stucchevolmente «amore» e «tesoro», traspare un racconto vero e proprio, una messa in scena più che una messa in piega, in cui Lauri (la cui professionalità sembra fuori discussione) è sì il mattatore, ma con il supporto determinante delle clienti, che giocano un ruolo delle parti sotto colpi di phon dorati e generosi spruzzi di lacca. Una sorta di paradiso delle signore dove la venditrice ambulante di noccioline trova posto accanto alla showgirl, senza distinzione di tintura, purché non si spacchi il capello in quattro.
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