Tempesta in un bicchiere d'acqua. O di gazzosa, se preferite. È successo a Bagnolo Mella, placido comune della provincia di Brescia dove nel 2006 un geniale pasticciere, Nevio Beghi, ha aperto un locale avveniristico: il Sirani. Siamo in una cascina lombarda ristrutturata, con tre corpi che consentono un'attività dalle 8 del mattino fino a sera tarda. C'è il bar-pasticceria, c'è il negozio dove acquistare sfiziosità dolci e salate, c'è una corte piena di colori dove ci si attarda per far la merenda coi bocconcini incartati di würstel e crauti e quant'altro e poi il locale dove la sera servono una pizza fantastica, curata nei minimi particolari, con una lenta lievitazione e con ingredienti di qualità. Una pizza gourmet, si dice in gergo, che si accompagna ad altri piatti. Insomma un luogo che attira gente da ogni dove e che fa il pieno tutte le sere. Ebbene, qui, già nel 2007, hanno ritenuto importante affiggere un cartello invitando i genitori a controllare i propri bambini, giacché gli spazi del locale erano diversi. Se poi chiami al telefono, gentilmente, ti chiedono se vuoi cenare al turno che va dalle 19,30 alle 21 oppure a quello dopo le 21. E lì ti chiedono se per il secondo turno sono soltanto adulti. Questo succede da sette anni, in modo che la "macchina" del Sirani funzioni con soddisfazione per tutti. Ma è bastato un commento negativo su un sito che si è scatenata la polemica con tanto di accuse al bravo Beghi di non amare i bambini. «Ma io i bambini li adoro – mi dice al telefono – a maggio ne avrò uno anch'io». E allora perché questa polemicasulle prime pagine dei giornali? «Ma io appartengo alla generazione di quelli che dopo Carosello andavano a letto: non concordo con certi atteggiamenti, come i genitori che scambiano il mio locale per un asilo coi bambini in giro fino a tarda ora, mentre loro cenano comodamente. Per questo abbiamo organizzato, anche perché il locale è piccolo e sempre pieno, due turni, pensando ragionevolmente che per i bambini può essere un supplizio restare a tavola fino a tardi». Il discorso non fa una piega e ha anche una vena educativa, un consiglio: i bambini non si parcheggiano. E magari, in quell'ora adeguata a una corretta digestione (il primo turno) fanno anche un'esperienza di gusto. Ma – potrebbe ribadire un genitore – saranno fatti nostri quando mangiano i nostri figli? Sì certo, ma lo sa quante altre pizzerie e locali ci sono nell'arco di una decina di chilometri? Prego si accomodi.
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