È buona cosa pregare al mattino presto, prima che il mondo si riempia di sciocchezze.
La vita ci rende tutti guerrieri. Per vivere dobbiamo usare l'arma più potente. Quest'arma è la preghiera.
Ho appaiato in questa nostra riflessione una coppia di massime di due maestri della tradizione giudaica dei Chassidim, "i pii", corrente mistica mitteleuropea. Il primo detto è attribuito a Pinchas di Korec (1726-1791), un rabbino lituano che si oppose alle eccessive disquisizioni teologiche, insegnando umiltà, semplicità e preghiera. Quanto ha ragione a proposito delle nostre giornate,
colme di "sciocchezze", di idiozie, di chiacchiere e così povere di sostanza! Per questo è necessario, al mattino presto, quando ancora lo spazio della giornata è pulito, sostare in preghiera. È bello che molti lo facciano: mi colpisce sempre vedere quanta gente, sia pure per pochi minuti, varchi al mattino le porte del duomo di Milano e stia in preghiera, prima di gettarsi nel tumulto degli uffici e della quotidianità.
La vita giornaliera, soprattutto quella contemporanea, è una lotta. Siamo assediati, tentati, travolti, confusi, disorientati. Ecco, allora, il secondo monito dell'altro maestro, Nachman di Brazlav (1772-1811), rabbino ucraino, cantore della fede e dell'orazione. Per saper resistere alle attrattive ingannevoli, all'immoralità negli affari, agli attacchi ingiusti, alle amarezze, bisogna essere armati di preghiera. Scriveva san Pietro nella sua Prima Lettera: «Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente, va in giro, cercando di divorare. Resistetegli saldi nella fede» (5, 8-9).
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