Agroalimentare, 2008 in crescita
sabato 3 gennaio 2009
L'agroalimentare italiano chiuderà il 2008 in crescita. Il suo contributo al prodotto interno lordo nazionale dovrebbe aumentare ancora rispetto ai 248 miliardi di euro del 2007 e ai 228 dell'anno precedente. A dirlo è Carlo Rava, Presidente dell'Istituto nazionale di economia agraria che sta registrando i conti delle ultime settimane di scambi agricoli. Si tratta " se verrà confermata " di una buona conclusione d'anno, ma, soprattutto, di una confortante base per iniziare un 2009 il cui orizzonte appare piuttosto contrastato e su cui pessimisti e ottimisti hanno già iniziato ad esercitarsi.
Fra gli elementi più consolanti per gli imprenditori, è certamente da mettere il favorevole andamento delle esportazioni, tanto che c'è già stato chi ha già individuato nella crescita dell'export, accompagnato da misure interne, il motore vincente per trainare l'intero comparto l'anno prossimo. Non mancano poi ambiti agroalimentari che comunque hanno fatto registrare numeri di tutto rispetto. Come quello cooperativo le cui strutture " stando ai dati di Fedeagri-Confcooperative " hanno fatturato più di 25 miliardi euro, con un tasso medio di crescita del 4%. Un risultato che è già stato definito " con ragione " «straordinario» e che, soprattutto, indica nell'aggregazione la strada per superare i momenti più difficili.
Certo " ha spiegato ancora il vertice dell'Inea " l'abbattimento dei prezzi dei cereali, su cui molti agricoltori avevano investito convertendovi le proprie coltivazioni, ha creato più di un problema: ma, stando ai numeri, il parere è che «in linea di massima il settore ha tenuto bene». E non solo, perché l'andamento del comparto sarebbe stato in controtendenza rispetto alla crisi economica che ha colpito il Paese. Basta pensare che le quotazioni dei terreni agricoli negli ultimi anno hanno mostrato un notevole incremento. Ma c'è anche chi, proprio in questi giorni, non ha esitato a parlare di una perdita secca di 5 miliardi causata dalla crisi generale dell'economia e dell'agricoltura in particolare. Una situazione che, per i pessimisti, continuerà anche nel 2009. A meno che non si riesca a ridare spazio al comparto con politiche mirate e interventi di carattere straordinario, soprattutto per far fronte a quelli che sono stati definiti gli «enormi costi di produzione» con cui gli agricoltori si trovano a fare i conti. Secondo altri, invece, l'Italia è ancora lontana dai concorrenti stranieri come Francia e Spagna a causa di un sistema burocratico amministrativo che dovrebbe essere radicalmente riformato.
Dai pessimisti ai possibilisti, quindi, l'idea comune è in ogni caso quella di agire presto e bene per evitare che la crisi si trasformi anche per l'agricoltura e l'agroalimentare in recessione e, anzi, per fare in modo che questo periodo si traduca in una ripartenza del comparto. Con un'attenzione particolare indica dal ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia: «Non c'e' spazio per guerre fratricide tra poveri».
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