Agricoltura, le sfide tra dazi e pandemia
domenica 28 giugno 2020
Mercati internazionali difficili, scambi interni pressoché stagnanti. Senza dire del rischio di un'altra emergenza sanitaria. L'agricoltura e l'agroalimentare si ritrovano alle prese, improvvisamente, con un cambio radicale degli scenari con cui confrontarsi. Una situazione quasi inedita, che deve essere però sfruttata per cambiare in meglio e non per difendersi e basta. Sfide nuove, che si aggiungono a quelle consuete per un comparto che continua a fare i conti anche con i cambiamenti climatici. Per capire la portata di quanto sta accadendo, basta sapere che solo i possibili nuovi dazi che l'amministrazione americana potrebbe imporre sui prodotti europei e italiani in particolare (in virtù della diatriba Airbus-Boeing), peserebbero sull'agroalimentare nostrano per qualcosa come tre miliardi di euro. Ad essere colpiti, sarebbero alcuni dei migliori prodotti nazionali: dai vini ai salumi passando per i formaggi e molti trasformati. Se si guarda invece ai danni provocati dalle ondate successive di maltempo, il conto oltrepassa la soglia del miliardo. E non si tratta solo di mercati alimentari. Coldiretti proprio in questi giorni ha lanciato l'allarme sul tracollo di oltre 1,5 miliardi e la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro per il settore delle piante e dei fiori conseguenza, dai vivai ai negozi, della pandemia che ha bloccato il mercato. Se, poi, si torna a guardare agli scambi internazionali, è sufficiente ricordare che l'embargo del mercato russo all'Italia agroalimentare è costato 1,2 miliardi in quasi sei anni. Quindi che fare? Da un lato le organizzazioni agricole richiamano governo e istituzioni ad una forte azione diplomatica sia sul fronte degli scambi internazionali, sia su quello europee (la trattativa per il rinnovo della politica agricola comune è sempre all'ordine del giorno). Dall'altro, le componenti della complessa filiera agroalimentare si interrogano su quali assetti intraprendere. È per esempio questo il tema che sarà affrontato a "Cibus Forum", la piattaforma di dibattiti che, con Federalimentare, ad inizio settembre a Parma ragionerà sul tema «Dalla transizione alla trasformazione, come reagire ai nuovi scenari aperti dall'emergenza Covid-19». L'obiettivo di tutto è alla fine uno solo: «Accelerare una normalizzazione dei processi di produzione-distribuzione-somministrazione che sia premessa per un rilancio dei consumi interni e una rapida ripresa dell'export». Traguardo raggiungibile, sempre che tutti lavorino nella stessa direzione.
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