adozione & affido
venerdì 4 novembre 2011
«Avreste dovuto vedere con quale avidità Ruslan, che aveva 4 anni, si aggrappava ai libri illustrati, con quale costanza ripeteva le parole nuove e rideva di soddisfazione. Stava imparando a gioire della vita questo bambino che viveva appeso a un filo». Scrivono così alla nostra rubrica Konstantin e Lena, i genitori adottivi di questo «bambino sorprendente» incontrato in una corsia di ospedale e mai più lasciato. Ruslan è nato in una cittadina russa da una madre di 15 anni, chi fosse suo padre non si sa, così come non si sa in quale condizioni sia cresciuto. Nel 2001 è stato lasciato in orfanotrofio. «Lo vedemmo per la prima volta nel reparto per tubercolotici, dopo un'operazione di peritonite – scrivono i genitori –. La malattia era stata provocata dall'infezione di Tbc che a quel tempo aveva ridotto in frammenti quattro vertebre e si era fatta strada nell'addome. Sembrava un bambino di un anno, stava solo sdraiato, non parlava. Eppure mangiava con gusto ed era così curioso». A casa la coppia ne parlò con i figli e decise di accoglierlo. Grazie a padre Stefano Caprio, Ruslan venne trasferito al Centro di ricerca per la tisiologia di San Pietroburgo, dove lo operarono, raccogliendo le sue vertebre in una protesi, e quindi lo inviarono in sanatorio. «Non avevamo la possibilità di partecipare alla sua vita, potevamo solo pregare», scrive la coppia, «e lo abbiamo fatto, abbiamo chiesto a Dio di permetterci di accoglierlo. Nel 2007 diventammo la sua nuova famiglia». Ruslan oggi va a scuola, usa il pc, ascolta le canzoni di Fabrizio de André. «Sogna di andare in bicicletta, giocare a pallone, ma non può: la sua colonna potrebbe cedere in qualunque momento. È necessario un nuovo busto e forse un intervento, ma non abbiamo i mezzi. Una volta di più attendiamo un miracolo...».
Per sostenere Ruslan: Guido Caprio, Comitato Milano Mosca Sos, tel.: 338.6042853; guido.caprio@fastwebnet.it
Daniela Pozzoli
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI