Tuta, cappellino, scarpe sportive: prima dell’etimologia, ai più sconosciuta, c’è un abbigliamento distintivo a fare di un adolescente (specie di seconda generazione) un maranza. I vestiti – e il taglio di capelli rasato sulla nuca– sono accompagnati da un codice comportamentale altrettanto preciso: cantilena nel parlare, modi svogliati, musica trap nelle orecchie. E le giornate passate sulla strada o nei parchi di periferia. Sono i maranza che in queste ore hanno messo a ferro e fuoco il quartiere Corvetto di Milano. La loro immagine rispecchia il disagio e il vuoto educativo in cui crescono. Con le bravate lo urlano al mondo.
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