Con la caduta dell'Impero romano, mi ha ricordato padre Natale Brescianini in un dialogo social, il monachesimo benedettino rappresentò un punto di ricostruzione, di rinascita e anche d'aggregazione. Si stava parlando di vulnerabilità, tema quanto mai attuale oggi, e l'idea di guardare la realtà col binocolo della storia ha infuso un senso di speranza, giacché la storia la possono fare anche i singoli (come fece san Benedetto) che però hanno una visione. Ed è quella che manca in un momento dove i giornali sono pieni di barzellette sulle dichiarazioni di rappresentanti che sono stati votati dal popolo. E se il più celebrato è il senatore Ciampolillo, che ha messo la residenza su un ulivo e pensa di combattere la xylella col sapone, poteva risparmiarsi il paragone l'onorevole Vinci, che è arrivato a chiedersi come mai i ristoranti sono chiusi mentre le mense degli ospedali no. Ora, se non siamo alla caduta dell'impero, perché come potenza abbiamo perso punti nella storia e tanti altri li stiamo buttando all'aria in assenza di visione, siamo al maltrattamento della nostra democrazia. Da qualche parte bisognerà pur ricostruire, non sapendo bene quali saranno i danni e quando ci si potrà rimboccare le maniche. E non è solo questione di imprese (170mila autonomi e 30 mila imprese hanno cessato l'attività entro il giugno del 2020), ma anche di salute. Un campanello di allarme arriva dagli adolescenti affetti sempre più da due patologie legate all'alimentazione: anoressia e bulimia. Due facce della stessa medaglia: la depressione. Che, se ieri colpiva pressoché ragazze intorno al 14 anni, oggi interessa anche maschi dodicenni, con un netto raddoppio dei casi in coincidenza col lockdown. Il rifiuto di ciò che nutre, che vale per chi non assume cibo (anoressico) o per chi mangia senza una misura ma poi lo vomita (bulimico), è proprio l'assenza di una visione, poiché significa il rifiuto della vita, il cui principio si attiva con la nutrizione. Questo allarme dunque dice che non possiamo più vivere nell'incertezza: provoca disastri inimmaginabili. Ma l'incertezza istituzionale cui stiamo assistendo non fa altro che amplificare l'angoscia. Per questo non fanno più sorridere le macchiette dei politici, che stonano con lo spegnimento del sorriso sulla bocca di tanti giovani, ma anche di anziani che, leggendo le cronache locali, sono costretti a chiudere il negozio, la partita Iva, ciò che insomma dava loro una visione. Per questo l'appello che lanciamo oggi, perché non ci venga spento anche il gusto, è uno solo: fate presto!
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