Effetto Covid-19 anche per il calendario delle più importanti manifestazioni fieristiche agricole e agroalimentari. Non si tratta di qualcosa di marginale, ma di un ulteriore ostacolo alla piena ripresa dell'economia e non solo di quella di settore. "Trovarsi e fare affari", è ancora uno dei passaggi principali per lo sviluppo di pressoché tutta l'economia. Perché, certamente digitale e smart working possono aiutare, ma per manifattura e agroalimentare in particolare, la relazione diretta tra imprese e clienti rimane fondamentale. Ma tant'è, Covid-19 vince – per ora –, anche su questi aspetti. Così, nel giro di poco tempo, due tra gli appuntamenti più importanti previsti in queste settimane sono slittati. È il caso della Fieragricola di Verona, ancora a dicembre programmata per il 26-29 gennaio e, all'inizio di quest'anno, spostata dal 2 al 5 marzo prossimi. Ed è il caso anche di Flormart di Padova, la storica fiera internazionale del florovivaismo, del verde e del paesaggio che era stata fissata con una Special Edition tra il 9 e l'11 febbraio prossimi e che, invece, tornerà nelle sue date tradizionali dal 21 al 23 settembre 2022. Di fatto identiche le motivazioni: volontà di garantire un accesso sicuro alle manifestazioni, ma anche necessità di assicurarsi la partecipazione reale dei compratori internazionali che solitamente animano le due manifestazioni. Perché di fatto il problema è uno solo: l'impossibilità di realizzare eventi che prevedono grandi numeri di visitatori senza creare nuovi focolai.
L'agricoltura e l'agroalimentare in generale, stringono così ancora una volta i denti. E cercano di andare avanti, forti dei loro primati e dei numeri da capogiro che, anche in questi ultimi mesi, sono stati capaci di collezionare. E per ricordare meglio cosa tutto questo significhi, basta sapere che le esportazioni del comparto agroalimentare nel 2021 hanno ampiamente superato i 50 miliardi di euro; così come è utile rammentare che il solo comparto florovivaistico italiano significa in termini di valore circa il 5% della produzione agricola nazionale, con un fatturato di circa 2,6 milioni di euro e che da sola l'Italia rappresenta circa il 15% della produzione dell'Europa comunitaria. Tutto senza dire del significato economico, e quindi occupazionale, che le manifestazioni come Fieragricola e Flormart hanno per il territorio che le circonda in termini di ospitalità, logistica e trasporti. Ancora una volta, quindi, miliardi di euro e decine di migliaia di posti di lavori in gioco. Numeri che, tuttavia, indicano pure la forza di settori che non si sono mai fermati del tutto. E che sono pronti a ripartire.
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