Da troppo tempo (almeno dalla pubblicazione dell'enciclica Laudato si') si sente, a ondate successive, emergere (nel frastuono dissonante delle informazioni che poi, come non memorabili onde, si infrangono sulle rocce delle dimenticanza), opinioni su una capziosa "svolta ecologista" del Papato. Da mesi. La vedo tornare, senza soluzione di continuità, sui mezzi di stampa, ma ancor più in quel mare magnum di opinioni, calembour mentali e disinformazioni che è internet. Certo, a livello di PNL (Programmazione neurolinguistica) abbiamo capito tutti che appiccicare a qualunque parola il suffisso "-ista" pone ciò che ci sta prima in un'aura non buona (vedi "buonista", termine paradossale davvero!). Per "associazioni di significanti" (Lacan) chi si occupa di "mondo" è "mondano" ma, usciti dall'ambito psicanalitico, rischiamo di entrare in quello psichiatrico. Vi sono così "fedeli" infastiditi dall'interesse di Sua Santità per lo stato di salute del nostro pianeta. La Chiesa, nella nostra società ripiegata su un presente confuso e perennemente spaventato, non può relegarsi alla teologia morale e all'escatologia a prescindere da dove il Signore ci ha collocati. Gesù non sarebbe mai nato, crocifisso e risorto senza un pianeta, questo, che oggi rischiamo di perdere. E che san Francesco ci ha insegnato ad amare quanto noi stessi.
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