venerdì 20 dicembre 2002
Ricordo quando regalammo al nostro preside di Facoltà, il professor Gianfranco Miglio, tre bottiglie di vino, a lui che era un intenditore. Ci mandò un biglietto di ringraziamento con su scritto: «Si vede che quelle bottiglie le avete scelte apposta». E fu il più bel complimento che potessimmo ricevere. Regalare cibi nei cosiddetti cesti natalizi non è cosa facile. C"è chi segue la linea del «di tutto e di più» farcito di caramelle e noccioline che fanno da riempitivo e che assomigliano a un"inopportuna operazione di riciclo.Il consiglio è invece quello di scegliere la via «monotematica approfondita». Un esempio ? Beh, un cesto con un set di degustazione di cioccolati abbinato ad un paio di bottiglie di liquori adatti. I campioni italiani sono Amedei, Domori, Slitti, Bruco e Giraudi. Abbinategli un rhum agricolo, un brandy di Villa Zarri o una grappa prodotta con metodo a bagnomaria discontinuo. Sulla via dei formaggi c"è da andare cauti, perché bisogna mettere in conto il pacco che magari resta in un ufficio al caldo per svariati giorni. La proposta è di scegliere un formaggio di Fossa intero, di quelli che ha appena tirato su Vittorio Feltrami di Cartoceto ed abbinargli cinque tipi di salse: alla rosa canina, al pomodoro verde, alla mela, e poi un miele di castagno fine e una mostarda senapata. Vi abbinerete due bottiglie di vino passito, uno aromatico (Moscato o una Malvasia), uno più secco come un Vin Santo o un Marsala.C"è poi il cesto dei salumi: un culatello intero, con una bottiglia di champagne e delle lingue di pane ad accompagnarlo. Il cesto del pesce può contemplare salame di trota, salmone selvaggio norvegese, caviale italiano e storione in barattolo con uno spumante brut in formato magnum. E per i dolci ? Un regalo di classe è sempre un panettone, sapendo che il formato ideale per coglierne la sua fragranza è quello da cinque chilogrammi. E qui regalerete anche un bel coltello da taglio e una magnun di Asti spumante o di un più contadino Moscato tappo raso. Buone feste.
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