Ennesimo trasloco, nuovi bagagli per Angelo. Con la mamma questa volta il ragazzino tredicenne approda a Napoli, dove è nato e vissuto per qualche anno. Questo ritorno a casa, però, non gli va granché. Scaraventato da Verona in un’altra vita, abituato a non farsi amicizie profonde perché prima o poi deve rinunciarci, Angelo si trova immerso, da solo, in un mondo sconosciuto e desolante, spesso incomprensibile a cominciare dalla lingua astrusa con cui la gente gli parla. Una
casa in un palazzo sgarrupato alla periferia della città, vicini parecchio strani, ragazzi difficili
e compagni di scuola dal comportamento esagitato e inquietante lo confermano nella convinzione di essere capitato in una città terribile di cui sono un emblema le prepotenze di Capa Gialla, pluriripetente bulletto lesto di mano e abituato a terrorizzare i ragazzi del quartiere. Per fortuna ci sono Giusy, compagna di classe in terza media, ragazzina coraggiosa e intraprendente che sogna di fare il meccanico, e Mimmo di poco più grande, che lo accompagna e gli fa da guida tra le leggi non scritte del luogo. E poi c’ è Francesco, il compagno della porta accanto, detto Federico il Pazzo, un tipo che non sembra avere tutte le rotelle a posto: parla come un libro d’altri tempi, si muove come un principino, ama la Storia, dice di essere Federico II e gode in classe di una certa reverenza che persino i bulli non gli negano. Eppure Angelo, che alle prepotenze e ai pestaggi non riesce a sottrarsi, da quel ragazzo apparentemente scombinato è incuriosito. Ma solo frequentandolo e offrendogli la propria amicizia scopre il segreto delle sue strane idee. Federico il Pazzo (Sinnos edizioni; 11 euro) è una storia, oltre che di amicizia e solidarietà, di resistenza all’ovvio, di coraggio e audacia nel non appiattirsi sui comportamenti comuni, di determinazione a cambiare le regole del gioco. Il racconto di Patrizia Rinaldi – autrice anche di Mare Giallo, un bel romanzo poliziesco sempre ambientato sulla Costiera napoletana – e i disegni fumettosi di Federico Appel, illustratore di grande grinta, sembrano fatti l’uno per gli altri. Il libro è stampato con uno speciale carattere studiato appositamente per rendere più facile la lettura. Dai 12 anni.
A dieci anni Victor ha un chiodo fisso in testa: diventare un mago come Houdini, il più grande illusionista di tutti i tempi. L’uomo a cui nessuna catena, corda, serratura o imbragatura potevano resistere; il prigioniero che sapeva evadere da qualunque cella, qualsiasi baule super sigillato. Victor si allena con metodo, si chiude nel baule della nonna, si immerge in apnea nella vasca da bagno, rischia di spaccarsi la testa cercando di attraversare i muri proprio come faceva Houdini, inanellando però sconfitte e figuracce. Ma la passione è passione! Finché un giorno il grande Houdini lo incontra davvero, per caso alla stazione, e ottiene da lui un appuntamento per un incontro: il maestro commosso dal suo interesse per l’illusionismo promette di rivelargli i propri trucchi ma, per una serie di sfortunati eventi, non riesce a mantenere la promessa. A Victor però viene recapitata una scatola chiusa a chiave che forse contiene un messaggio misterioso; il bambino però, deluso dal mancato incontro, la mette in un angolo e la dimentica. E i segreti di Houdini restano lì per anni, finché… Svelare il seguito sarebbe un peccato, meglio leggerli di prima mano. Con Il segreto di Houdini (Mondadori; 15 euro), nello stile che gli appassionati del genere conoscono già, Brian Selznick ci racconta in parole e disegni una storia piena di enigmi e di magia, come già aveva fatto con La straordinaria storia di Ugo Cabret e con La stanza delle meraviglie. In questo caso, addirittura le storie sono più di una perché accanto a quella di Victor, aspirante mago,
stanno il racconto autobiografico di come è nato questo libro e la storia vera di Houdini e della scatola dei suoi segreti. Imperdibile! Dagli 11 anni.
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