«Spirto gentil», le laudi medievali per inchinarsi di fronte all'Assoluto
domenica 4 luglio 2010
Con l'uscita numero 52, intitolata Voi ch'amate lo criatore e dedicata all'antico repertorio delle laude (interpretato dal Coro di Comunione e Liberazione diretto da Pippo Molino), si chiude la fortunata parabola della collana «Spirto gentil», fondata dal compianto don Luigi Giussani e oggi diretta da don Julián Carrón. Per quasi quindici anni, esattamente dal 1997, questa iniziativa ha rappresentato un unicum nel panorama discografico della musica classica: uno stimolo continuo e una guida profonda e appassionata all'ascolto e alla scoperta di opere di assoluto riferimento, in ambito sacro e profano, attraverso un lavoro di ricerca e recupero di incisioni storiche insieme con la realizzazione di nuove registrazioni che fossero in grado di riavvicinare un pubblico più vasto possibile alla "grande" musica, ultimamente sempre più emarginata e allontanata dagli abituali canali di trasmissione e dai mass-media.
Il percorso della proposta si è mosso a partire dalle monodie medievali e dai gioielli della polifonia vocale del Rinascimento, passando per i capolavori di Pergolesi, Mozart, Beethoven, Schubert, Chopin e Rachmaninov, per arrivare ai canti popolari russi; nel nome di quella grande tradizione cristiana che, nell'arco di oltre due millenni, è stata in grado di ispirare e valorizzare ogni campo dell'espressione umana, la proposta di «Spirto gentil» ha offerto - e continuerà ad offrire, perché i dischi rimarranno sempre sul mercato " una reale introduzione a questa forma artistica partendo da un accento e da una sensibilità originali, in grado di aprire uno sguardo diverso sull'intera realtà.
Alla luce di quello spirito di provocazione esistenziale che si riflette in modo paradigmatico nelle parole dello stesso don Giussani: «Nella musica, nel panorama della natura, nel sogno notturno (come Leopardi scrive nel suo Canto notturno) è a qualcosa d'altro che l'uomo rende il suo omaggio, da cui aspetta: lo aspetta. Il suo entusiasmo è per qualcosa che la musica, o tutto ciò che è bello al mondo, ha destato dentro. Quando l'uomo "pre-sente" questo, immediatamente piega l'animo ad attendere l'altra cosa: anche davanti a ciò che può afferrare, attende un'altra cosa; afferra ciò che può afferrare, ma attende un'altra cosa».
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