Decine di migliaia di posti di lavoro a rischio, un generalizzato calo del giro d'affari e delle esportazioni, una domanda bloccata. È la sorte toccata al settore della meccanizzazione agricola, considerato fino a poco tempo fa uno dei comparti d'eccellenza in quanto a fatturato e crescita, che, in breve tempo, si è ritrovato a patire tutti gli effetti della crisi economica generale. Un cambio di fronte talmente brusco e forte, da spingere i rappresentanti della categoria a scrivere direttamente al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per spiegare e chiedere.
A sollevare il velo sulla reale situazione del comparto è stata una indagine " presentata due giorni fa a Bologna da Unacoma, l'unione delle industrie della produzione di macchine agricole " che non lascia spazio a dubbi. Il 66% delle aziende associate " oltre 13 miliardi di fatturato complessivo nel 2008, con il 70% della produzione collocato sui mercati esteri " ha subito a gennaio un calo del fatturato e il 39% di queste segna passivi superiori al 30%; nei prossimi sei mesi l'80% delle imprese prevede ulteriori cali e il 20% di queste stima una flessione superiore ai 30 punti percentuali. Una netta maggioranza di industrie " oltre il 75% " vedrà nei prossimi sei mesi cali nelle esportazioni: il 31% di queste prevede un negativo compreso tra l'11 e il 20%, mentre il 17% prevede cali superiori ai 30. Numeri che indicano immediatamente una conseguenza pesantissima sull'occupazione. Il 53% delle imprese ha già annunciato tagli nei prossimi sei mesi e il 38% prevede il ricorso alla cassa integrazione. Che, tradotto amaramente in "persone", indicherebbe in 35mila (su un totale di circa 100mila), i posti di lavoro a rischio, tra diretto e indotto. Eppure, il 2008 si era chiuso con una crescita complessiva della produzione del 7,5%.
Da qui la scelta di rivolgersi al Presidente del Consiglio per chiedere in maniera diretta aiuti pubblici. Una domanda che potrebbe essere soddisfatta con «un incentivo pari al 10% del valore di ciascuna macchina destinata a sostituirne un'altra con oltre dieci anni di vita» e che verrebbe seguito da ulteriori sconti sui prezzi di vendita. Insomma, le macchine agricole chiedono niente di meno che l'applicazione dello stesso modello appena varato per aiutare l'auto. E, proprio nei confronti di quest'ultimo comparto, si sfoga tutta la rabbia dei produttori di macchine agricole: «Ci aspettavamo " è stato detto dal presidente dell'Unacoma Massimo Goldoni " un sostegno dal Governo che sino a oggi ha invece emanato decreti solo a favore di altri settori, vedi quelli dell'automobile, degli scooter e degli elettrodomestici, dimenticando l'importanza che la meccanizzazione riveste nelle filiere dell'agricoltura e delle costruzioni, la leadership internazionale del comparto e i migliaia di posti di lavoro a rischio». Occorrerà adesso vedere se e come ci saranno risposte a queste domande, tenendo conto che altre aree dell'economia italiana potrebbero fare altrettanto.
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