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"Con tutto il nostro progresso e il nostro benessere, siamo davvero diventati 'società della stanchezza'. Dovevamo produrre benessere diffuso e tolleriamo un mercato scientificamente selettivo della salute. Dovevamo porre un limite invalicabile alla pace, e vediamo susseguirsi guerre sempre più spietate verso le persone inermi. La scienza progredisce ed è un bene. Ma la sapienza della vita è tutt'altra cosa, e sembra in stallo". Lo ha detto papa Francesco stamani nell'udienza generale, che si è tenuta in piazza San Pietro.
"Non è un caso - ha osservato il Papa - che la nostra sia la stagione delle fake news, delle superstizioni collettive e delle verità pseudo-scientifiche: in questa cultura del sapere, del conoscere tutte le cose, anche della precisione del sapere, si sono diffuse tante 'stregonerie', ma stregonerie 'colte', stregonerie di una certa cultura ma che ti porta alla superstizione".
Francesco è entrato in piazza a bordo della papamobile scoperta e, prima del giro per salutare i fedeli, ha fatto salire a bordo cinque bambini. La catechesi è stata incentrata sul tema "Qoelet: la notte incerta del senso e delle cose della vita", proseguendo il ciclo sulla vecchiaia.
Resistere agli effetti demoralizzanti del disincanto
"Di fronte a una realtà che, in certi momenti, ci sembra ospitare tutti i contrari, riservando loro comunque lo stesso destino, che è quello di finire nel nulla, la via dell'indifferenza può apparire anche a noi l'unico rimedio ad una dolorosa disillusione" ha esordito Francesco. "Sorgono in noi domande come queste: I nostri sforzi hanno forse cambiato il mondo? Qualcuno è forse capace di far valere la differenza del giusto e dell'ingiusto? Sembra che tutto questo è inutile: perché fare tanti sforzi?", ha osservatato. "È una specie di intuizione negativa che può presentarsi in ogni stagione della vita, ma non c'è dubbio che la vecchiaia rende quasi inevitabile questo appuntamento col disincanto.
Il disincanto nella vecchiaia viene. E dunque la resistenza della vecchiaia agli effetti demoralizzanti di questo disincanto è decisiva: se gli anziani, che hanno ormai visto di tutto, conservano intatta la loro passione per la giustizia, allora c'è speranza per l'amore, e anche per la fede. E per il mondo contemporaneo è diventato cruciale il passaggio attraverso questa crisi, crisi salutare, perché una cultura che presume di misurare tutto e manipolare tutto finisce perprodurre anche una demoralizzazione collettiva del senso, dell'amore, del bene".
La conoscenza che esonera dalla moralità è una paralisi dell'anima
"Questa demoralizzazione - ha proseguito il Papa - ci toglie la voglia di fare. Una presunta 'verità', che si limita a registrare il mondo, registra anche la sua indifferenza agli opposti e li consegna, senza redenzione, al flusso del tempo e al destino del niente". "In questa sua forma - ammantata di scientificità, ma anche molto insensibile e molto amorale - la moderna ricerca della verità è stata tentata di congedarsi totalmente dalla passione per la giustizia. Non crede più al suo destino, alla sua promessa, al suo riscatto". "Per la nostra cultura moderna, che alla conoscenza esatta delle cose vorrebbe consegnare praticamente tutto, l'apparizione di questa nuova ragione cinica - che somma conoscenza e irresponsabilità - è un contraccolpo durissimo. Infatti, la conoscenza che ci esonera dalla moralità sembra dapprima una fonte di libertà, di energia, ma ben presto si trasforma in una paralisi dell'anima", ha aggiunto.
L'accidia apre le porte alle forze del male
Il Papa ha ricordato che "i monaci della più antica tradizione cristiana avevano identificato con precisione questa malattia dell'anima, che improvvisamente scopre la vanità della conoscenza senza fede e senza morale, l'illusione della verità senza giustizia. La chiamavano 'accidia', e questa è una delle tentazioni, di tutti, anche dei vecchi ma di tutti". "Non è semplicemente la pigrizia - ha spiegato -. Non è semplicemente la depressione. Piuttosto l'accidia è la resa alla conoscenza del mondo senza più passione per la giustizia e per l'azione conseguente".
"Il vuoto di senso e di forze aperto da questo sapere, che respinge ogni responsabilità etica e ogni affetto per il bene reale, non è innocuo - ha concluso il Papa -. Non toglie soltanto le forze alla volontà del bene: per contraccolpo, apre la porta all'aggressività delle forze del male. Sono le forze di una ragione impazzita, resa cinica da un eccesso di ideologia".
"Ho il cuore affranto per la strage in Texas"
Al termine dell'udienza papa Francesco ha detto: "Ho il cuore affranto per la strage nella scuola elementare in Texas. Prego per i bambini, per gli adulti uccisi e per le loro famiglie". "È tempo di dire basta al traffico indiscriminato delle armi. Impegnamoci tutti perché tragedie così non possano più accadere", è l'appello del Pontefice.