Il carcere minorile di Casal del Marmo - Foto di archivio
Anche il cuore di chi ha sbagliato può essere vinto dall’amore. Scrive così il Papa nella lettera inviata nei giorni scorsi ai detenuti nella casa circondariale di Cagliari-Uta, attraverso il settimanale diocesano “Il Portico”. La missiva arriva in risposta al messaggio che i detenuti nell’Istituto di pena sardo avevano scritto ai genitori di Filippo Turetta, il giovane reo confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin uccisa l’11 novembre scorso.
«Papa Francesco – ha raccontato il cappellano del carcere, don Gabriele Iiriti – ha fatto giungere una lettera autografa ai detenuti del gruppo sinodale della casa circondariale di Uta, manifestando la sua gratitudine per il gesto di aver scritto come gruppo sinodale ai genitori di Filippo Turetta attualmente recluso per l’omicidio di Giulia Cecchettin». «Il gesto e le parole del Santo Padre – sottolinea il cappellano – sono state accolte con stupore e gratitudine da tutti i membri del gruppo, che hanno desiderato avere personalmente una copia dello scritto di papa Francesco».
Di seguito il testo della lettera del Papa pubblicata da “Il Portico”:
«Cari fratelli, in questi giorni di Natale, con grande gioia ho ricevuto la vostra lettera indirizzata alla famiglia di Filippo Turetta. Mi ha fatto ben percepire la vostra vicinanza con i sofferenti. Solo la forza di Dio, la misericordia, può guarire certe ferite.
E dove alla violenza si risponde con il perdono, la vicinanza e la compassione, là anche il cuore di chi ha sbagliato può essere vinto dall’amore che sconfigge ogni forma di male. E così, tra le vittime e tra i colpevoli, Dio suscita autentici testimoni e operatori di misericordia.
Grazie tante per la vostra testimonianza! Prego per ognuno di voi: per favore, vi chiedo di non dimenticarvi di pregare per me! Che Gesù vi benedica e la Vergine santa vi custodisca.
Fraternamente. Francesco».