sabato 22 marzo 2025
Le precisazioni dei medici: Francesco «non è mai stato intubato», «non ha avuto il Covid», «non è diabetico». La necessità di una lunga convalescenza
La foto del Papa in preghiera nella cappellina del Gemelli

La foto del Papa in preghiera nella cappellina del Gemelli - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Non sono stati affatto facili i 38 giorni di degenza di papa Francesco al Policlinico Gemelli. Già nelle scorse settimane, a più riprese, mass media e fedeli se ne erano resi conto. Ma ieri il professor Sergio Alfieri, che ha coordinato l’équipe medica di coloro che lo hanno curato, lo ha detto senza mezzi termini. «Il Santo Padre ha avuto due episodi molto critici in cui è stato in pericolo di vita». Roba da far venire i brividi anche adesso che, grazie a Dio e ai medici, è acqua passata. Figuriamoci là per là.

Alfieri, nel corso del briefing di ieri pomeriggio con i giornalisti, ha anche ricostruito brevemente il diario della degenza. «Il Santo Padre - ha ricordato - presentava al momento del ricovero un’infezione polimicrobica con virus batteri e miceti, che ha determinato una polmonite bilaterale severa». Quindi la rivelazione del doppio momento di pericolo di vita. «Ma non è mai stato intubato ed è rimasto sempre vigile e ben orientato», ha precisato il chirurgo che in passato l’aveva operato al colon per i fastidiosi diverticoli. «Ora, a Casa Santa Marta - ha aggiunto il professore - dovrà continuare le terapie farmacologiche per via orale, la fisioterapia respiratoria e motoria» e soprattutto, «dovrà osservare un periodo di riposo e di convalescenza di almeno due mesi». Tradotto in termini pratici niente udienze pubbliche o incontri con gruppi di persone in privato, che potrebbero essere portatori sani di altri germi.

Riguardo alla necessità, come era stato detto venerdì dal cardinale Victor Mnuel Fernandez , prefetto del Dicastero per la dottrina della fede, di reimparare in pratica a parlare, Alfieri e Carbone hanno spiegato che «quando si ha una polmonite bilaterale e si ricorre all’ossigenoterapia, come è successo al Papa, una delle prime cose che accadono è che si perda un po’ la voce. Ma già rispetto a dieci giorni fa già si sono notati miglioramenti». «Le tempistiche sul recupero della parola sono difficili da predire, però guardando i miglioramenti avvenuti, il recupero è possibile in tempi brevi», ha aggiunto Carbone.

A una domanda su possibili nuovi pericoli in questa fase che inizia con il ritorno a casa, lo stesso referente medico del Papa ha risposto così: «Paure, nessuna. È una persona di 88 anni e come per tutti potrebbe esserci una riacutizzazione o nuove infezioni, ma questo può succedere a tutti». E comunque a Casa Santa Marta sarà sempre sotto controllo. Alfieri ha voluto ricordare che il Papa è stato seguito da tutto il Gemelli, con i diversi specialisti che hanno offerto ciascuno per le proprie competenze, il loro contributo. «Come avviene per ogni altro paziente», ha tenuto a ribadire. «Francesco non è diabetico - ha precisato - solo che si è scompensata la glicemia a causa della polmonite e la si è dovuta correggere nella fase dell’infezione». Inoltre Francesco «non ha avuto il Covid e non ha più la polmonite bilaterale. Anche se alcuni virus e miceti dovranno essere ancora del tutto debellati nel corso della convalescenza e il riposo serve anche a questo». Infine, rispondendo a una precisa domanda, sempre Alfieri ha detto: «È evidente che papa Francesco sia dimagrito in questi oltre 30 giorni di ricovero, ma non lo abbiamo pesato e non ci preoccupa». Il Pontefice «si è sempre alimentato da solo», quando stava male mangiava meno e «ora che sta meglio si alimenta di più».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: