giovedì 20 marzo 2025
Un volume racconta i 50 anni dell'Agesci, nata dalla fusione fra Asci e Agi. Un'associazione impegnata nella Chiesa e pronta a rimboccarsi le maniche per il bene comune, anche in luoghi di frontiera.
La cerimonia della promessa scout

La cerimonia della promessa scout - foto Andrea Pellegrini - courtesy of Agesci

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«Due strade divergevano in un bosco», recita una suggestiva poesia di Robert Lee Frost, celebre drammaturgo statunitense del Novecento, «ed io presi quella meno battuta. E questo ha fatto tutta la differenza». Ecco, da una scelta così può trasparire molto del carattere di una persona: coraggio, spirito d’avventura, curiosità, forza di volontà. Figurarsi poi se a inoltrarsi su piste poco esplorate non è un solo individuo, ma un insieme di uomini e donne, ragazzi e ragazze, bambini e bambine. Un piccolo popolo riunito nell’’Associazione guide e scout cattolici italiani, che molti conoscono semplicemente col suo acronimo “Agesci” e che conta in Italia oggi 183mila iscritti che, oltre a ritrovarsi in sedi colorate e talvolta polverose, quasi ogni domenica – che piova, nevichi o splenda il sole – potete incontrare mentre in camiciotto azzurro e pantaloncini blu percorrono le vie del quartiere, si rincorrono in un prato, vanno a messa in parrocchia o perlustrano un boschetto di montagna, in cerca di una radura dove piazzare le tende. Lo fanno ininterrottamente da quel 4 maggio del 1974 quando le due storiche associazioni maschile e femminile, l’Asci e l’Agi, si fusero per dare vita a un progetto unitario, l’Agesci appunto, che – scommettendo sulla coeducazione fra ragazzi e ragazze – fosse in grado di raccogliere le sfide di un tempo nuovo e di una società che stava cambiando. Una scommessa profetica che, possiamo dire oggi, continua a pagare. Quell’anniversario - celebrato, l’estate scorsa a Verona, da una route nazionale a cui hanno preso parte oltre 20mila capi-educatori – riecheggia ora in un ponderoso volume delle Edizioni scout-Fiordaliso che s’intitola, non a caso, «Per strade non battute».

La copertina del volume 'Per strade non battute', presentato in Campidoglio, a Roma.

La copertina del volume "Per strade non battute", presentato in Campidoglio, a Roma. - foto Gianluca Poli - courtesy of Agesci.

Un saggio corale, denso di storie e di aneddoti, impreziosito da immagini d’epoca, atti ufficiali e fotografie, che racconta cinquant’anni di Agesci «tra educazione, testimonianza e impegno civico», improntati al servizio della crescita delle giovani generazioni, sulla base del metodo ideato dal fondatore del movimento scout, sir Robert Baden Powell of Gilwell. Il suo sogno di «lasciare il mondo migliore di come lo si è trovato» resta il cardine di una metodologia che l’Agesci ha via via attualizzato, senza snaturarla, per poter offrire ai figli della nostra epoca un’esperienza educativa autentica, allettante e divertente, ma sempre intrisa di valori che li portino – per mutuare un’espressione adoperata da monsignor Gianpiero Palmieri, vicepresidente della Cei e vescovo di Ascoli Piceno, durante la presentazione dell’altro ieri in Campidoglio, a Roma – a «vivere il tempo presente da bravi cristiani e da autentici cittadini». Già, perché il cammino di questi cinquant’anni, capi e ragazzi col fazzolettone al collo l’hanno percorso non da monadi isolate ma insieme, come comunità, costruendo reti sociali, educando alla partecipazione politica dal basso, quella dell’impegno per il bene comune, e prestando la propria opera quotidiana come laici nella Chiesa. La loro vocazione di esploratori, il senso di responsabilità, l’essere di frontiera - una verde frontiera per dirla con lo chansonnier Paolo Conte – sono stati e sono d’arricchimento anche per la comunità ecclesiale, nelle anse del cammino post conciliare: a volte, in certi luoghi di confine aridi o infestati dove il seme evangelico della Parola di Dio fatica a farsi strada, può essere proprio uno scout, con la sua bussola e il suo alpenstock, a tracciare una via. E la ricetta vale per le periferie urbane e per i paesini di campagna, per i quartieri sonnolenti e chic e per quelli più turbolenti. La sua forza sta nella fedeltà a valori solidi e genuini, cristallizzati nella legge e nella promessa scout, che hanno poco di retorico e molto di concreto. Valori testimoniati con coerenza, perfino in circostanze pericolose: erano scout dell’Agesci, vale la pena ricordarlo, il sacerdote don Peppe Diana e lo 007 Nicola Calipari, che hanno amato il prossimo fino a dare la vita. E lo sono tanti altri che, in contesti difficili, si spendono per portare speranza, aiuto, solidarietà, fra i terremotati dell’Aquila o fra i migranti a Lampedusa, nel fango delle alluvioni in Toscana o fra i palazzoni di Scampia. Chi scrive, sotto la scorza del cronista, indossa quel camiciotto azzurro come una seconda pelle da oltre quattro decenni e ha potuto constatarlo di persona. La storia dell’associazione «è profondamente intrecciata con quella del Paese», fanno notare gli attuali presidenti dell’Agesci Roberta Vincini e Francesco Scoppola e l’assistente ecclesiastico generale don Andrea Turchini, è una storia «di sacrifici in cui il valore centrale dell’educazione non è mai venuto meno». Ovunque la sfida educativa sia relegata ai margini dall’agenda, ovunque ci sia da rimboccarsi le maniche, l’Agesci è capace di farsi trovare «sempre pronta». Anche quando ciò comporta il rischio di avventurarsi su strade non battute. Perché solo così – ricordate Frost? – alla fine si potrà fare «tutta la differenza».

Un momento della presentazione del volume in Campidoglio: da sinistra, il vicepresidente della Cei monsignor Palmieri, la presidente dell'Agesci Roberta Vincini, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il presidente dell'Agesci Francesco Scoppola, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il Capo scout Fabrizio Marano e l'assistente ecclesiastico generale dell'Agesci don Andrea Turchini.

Un momento della presentazione del volume in Campidoglio: da sinistra, il vicepresidente della Cei monsignor Palmieri, la presidente dell'Agesci Roberta Vincini, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il presidente dell'Agesci Francesco Scoppola, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il Capo scout Fabrizio Marano e l'assistente ecclesiastico generale dell'Agesci don Andrea Turchini. - foto Gianluca Poli - courtesy of Agesci.

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