Caro direttore,
il Pnrr richiede una strategia di riforme. A mio avviso, la madre di tutte le riforme è quella fiscale. Ma, affinché si dia luogo a un vero cambiamento, occorre definire con chiarezza i princìpi di fondo su cui basarla. Ne individuo almeno tre: 1) spostare il peso fiscale dai salari e stipendi alle rendite. Un sistema che tassa molto più il lavoro, fonte della formazione del valore, rispetto alle rendite non è né equo né economicamente efficiente; 2) ricostituire una maggiore progressività, equità di tipo verticale, andatasi progressivamente restringendo, sì da costituire una delle cause delle crescenti disuguaglianze e contravvenendo ai princìpi della Costituzione; 3) perseguire una equità di tipo orizzontale, differenziando maggiormente l’imposizione che grava su uno stesso livello di reddito, ma che afferisce a condizioni non omogenee, quali il caso di un single rispetto a un contribuente che mantiene più persone. Occorre, insomma, introdurre anche l’elemento 'fattore famiglia' (FF) e uscire da una logica che vede la fiscalità riferita all’individuo e non alla comunità in cui egli vive. I rilievi che tutto ciò possa costituire un innalzamento della pressione totale non tengono, perché una riforma di questo tipo può essere concepita a somma zero o, addirittura, a pressione complessivamente ridotta.
Carlo Bernini Carri
Fatto, bene, un nuovo sistema fiscale non avremmo rifatto l’Italia, ma una buona parte del lavoro sì. In sostanza, dunque, sono d’accordo con lei, caro amico. Argomentiamo, infatti, da molti anni che è necessario compiere il percorso che lei richiama, con bella sintesi, in tre punti. E sosteniamo tutte le serie battaglie politiche e culturali in tale direzione. Non sarà mai troppo presto per la realizzazione di un sistema fiscale basato sui grandi criteri del riequilibrio impositivo tra lavoro e rendita, su una vera progressività e sul riconoscimento del valore famiglia. Essi danno corpo ad altrettanti princìpi di equità e a una visione semplicemente lungimirante. Buona per questa e per la prossima generazione (Next Generation, appunto). Stia pur certo che torneremo a ragionarci.