mercoledì 9 marzo 2016
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La strage di Aden/1L’Occidente che non capisceCaro direttore,il suo giornale ha dato e continua a dare conto del vile attacco alla “casa” delle Missionarie della Carità di Aden, portato da chissà quale gruppo jihadista islamico, nel corso del quale sono state trucidate quattro suore e altre 12 persone (5 etiopi), e rapito un sacerdote salesiano originario dell’India. La notizia di questo martirio in Yemen – campo di battaglia dimenticato di una guerra per procura tra Arabia Saudita e Iran, tra sunniti e sciiti – è stata cancellata dagli altri grandi media, la cosiddetta informazione mainstream italiana ed europea. Nessun editoriale, nessun cenno dai vari mezzibusti televisivi, e – come lei ha scritto – «neanche una breve in cronaca». Siamo alla plateale dimostrazione della «globalizzazione dell’indifferenza»? Senz’altro. Papa Francesco lo ha detto chiaramente all’Angelus di domenica scorsa, 6 marzo, ma forse non solo a questo. Probabilmente, siamo anche alla prova dell’incapacità di noti intellettuali da salotto, di troppi media e dei fruitori dell’informazione di massa a riconoscere realtà ed eventi giudicati “lontani” non solo geograficamente; a un’incapacità a riconoscere che il Mondo è pieno di bene, e di fede e di spirito che agiscono ed edificano opere straordinarie. Spiazza il pensiero unico, la notizia che quattro suore del Sud del Mondo, muoiono da martiri per aver costruito il bene, attraverso la loro fede. Fatica non poco una società di massa, impostata su un’intelligenza circoscritta all’ambito materialista e tecnologico, a riconoscere che le vicende del Mondo, piccole e grandi, si muovono anche (soprattutto) sulle frontiere dello spirito.Giuseppe Luca MantegazzaLa strage di Aden/2L’informazione che tradisceGentile direttore,la ringrazio di aver pubblicato cronache accurate e commenti forti, informando adeguatamente sulla strage nello Yemen delle quattro Suore di Madre Teresa e di altre dodici persone. Mi chiedo se non è ravvisabile un reato di “non informazione” da parte delle altre testate giornalistiche... Capisco che non è corretto chiederlo a lei, ma non si potrebbe fare una campagna di protesta e di pressione sulle autorità competenti?Marcello Bronzetti
Ringrazio i due lettori per le loro riflessioni e la loro vicinanza alle sorelle missionarie della Carità martirizzate in Yemen e a tutte le altre vittime dell’odio jihadista. E al quesito del signor Bronzetti rispondo che c’è un solo modo sensato per “sanzionare” la libera scelta dei giornali e degli altri mass media di informare o di non informare: giudicatelo, giudicateci tutti. Giudicate davvero, da lettori, il nostro lavoro. In negativo, per ciò che vediamo o non vediamo o, addirittura, non vogliamo proprio vedere. In positivo, per ciò che invece vediamo o aiutiamo a vedere o, persino, obblighiamo a vedere. Giudicateci a ragion veduta, non per sentito dire. E scegliete di conseguenza. È proprio finito, se mai c’è stato, il tempo della fiducia a prescindere a una testata quotidiana o periodica, a un telegiornale, a un radiogiornale o un sito internet d’informazione.
Marco Tarquinio
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