Gentile direttore,
sono rimasto molto colpito dalla lettera della signora Bottino (“Avvenire”, 29 gennaio 2021, «Mio figlio ingannato con uno stage») che raccontava dell’infelice esperienza di tirocinio extracurricolare vissuta dal figlio. Ho ritenuto opportuno intervenire tempestivamente per tutelare quello che ritengo essere un validissimo strumento formativo di politica attiva del lavoro e, al contempo, esprimere vicinanza a un giovane lavoratore alle prese con le storture dei tempi difficili che stiamo vivendo. Stiamo facendo le dovute verifiche: dai dati che si rilevano dalla lettera, comunque, non appare che il figlio della signora potesse frequentare un tirocinio finanziato da fondi regionali. Siamo naturalmente pronti, anche riservatamente, a fornire opportune spiegazioni all’interessato così come lo saremmo stati se direttamente coinvolti. Il tirocinio consente di avvicinare cittadini disoccupati al mondo del lavoro attraverso percorsi di formazione on the job con la corresponsione di un’indennità di partecipazione, rappresentando un’opportunità tanto per i lavoratori quanto per l’azienda. La normativa regionale è molto chiara nel delineare gli obblighi delle parti in causa in un tirocinio extracurricolare, e mi sento di rivolgere un invito accorato ai fruitori di questo strumento affinché si informino circa i propri diritti. Entrando nel merito del caso delineato dalla signora Bottino, nel momento in cui il lavoratore si rende conto del mancato rispetto degli obblighi del soggetto ospitante (riguardo, in particolare, l’affiancamento di un tutor e l’inosservanza degli orari individuati dal Progetto formativo individuale) ha il dovere darne pronta comunicazione all’Agenzia per il Lavoro promotrice del tirocinio che ha la responsabilità di sanare il vulnus con l’azienda. Ci stiamo impegnando con ogni mezzo a far sì che non ci siano abusi tendenti a confondere il tirocinio con la manodopera a basso costo utilizzata impropriamente al posto di normali dipendenti. Invitiamo i lavoratori a prendere coscienza dei propri diritti sanciti dalle linee guida nazionali e dalla normativa regionale in materia di tirocini che garantiscono ai lavoratori stessi strumenti per tutelarsi e segnalare tutte quelle aziende che fanno un uso improprio dei tirocinanti, dando vita a un circolo virtuoso che isoli coloro che se ne approfittano. Per qualsiasi necessità, il Settore delle Politiche Attive del Lavoro e Centri per l’Impiego di Regione Liguria si è mostrato sempre sollecito nell’offrire informazioni e supporto a chi ne avesse bisogno. I numeri sono pubblici e facilmente reperibili.
Gianni Berrino assessore al Lavoro di Regione Liguria
Gentile assessore Berrino, le sono davvero grato del pronto riscontro alla lettera denuncia di una nostra abbonata alla quale ha dato bella e illuminante risposta il mio ottimo collega Francesco Riccardi. E grazie soprattutto dell’impegno che in questa lettera assume pubblicamente per la sua parte di responsabilità che verificherà e, nel caso, farà valere. È questa attenzione che i cittadini e le cittadine più giovani in cerca di lavoro e in formazione con gli strumenti di legge hanno bisogno di vedere confermata, tanto quanto le loro famiglie. Mi auguro, ancora una volta, che la non rassegnazione alle storture e alle malizie porti buoni frutti.