Gentile direttore,
le allego una lettera aperta a Greta Thunberg che, in forma semplificata e tradotta in inglese, invierò direttamente a lei in questi giorni: «Cara Greta, in questi giorni sei in Italia e, da nonno, voglio scrivere a te, e con te comprendo tutti i miei nipoti in Italia e nel mondo. Ragazzi come te, che hanno "scioperato" e manifestato in quanto abitanti del nostro meraviglioso pianeta in corso di distruzione, per dirti che apprezzo molto la tua iniziativa e spero ardentemente che continui, che continuiate tutti insieme appassionatamente. Credo che lavorare per la salvaguardia della Terra sia un nobile impegno che diventa di giorno in giorno più indispensabile. Certo non avete capacità di proposta, e come potreste, mancandovi l’esperienza? Però con i vostri cortei pacifici, con i vostri slogan, talvolta un po’ grezzi e improvvisati, ma alieni dal cercare "nemici", mi pare vogliate dire a noi adulti: «Siamo consapevoli che i problemi in campo sono difficilissimi da affrontare e scusateci se siamo ingenui, ma rivendichiamo il diritto di difendere la nostra vita e di chiedere la vostra collaborazione». Quindi continua così! E non importa se qualcuno ti dice che sei ingenua se pensi che i manovratori del mondo possano preoccuparsi di una ragazza come te, ti sapranno strumentalizzare facilmente per i propri fini, tu continua determinata ma vigile. E non importa neppure se, mettendo al centro il problema della natura, rischi di nascondere gli altri problemi strutturali che incombono sul genere umano, che sembrano non scaldare più il cuore di nessuno: le guerre che distruggono milioni di esseri umani e devastano clima e l’ambiente peggio di tutto il resto, quell’1% che domina subdolo l’altro 99%, lo strapotere della finanza, la speculazione finanziaria, che è un crimine contro l’umanità. Tu continua imperterrita. È come se vi rimproverassero di non essere onnipotenti, ma in realtà cercano alibi per se stessi, assolvendosi per le loro omissioni e portando alla paralisi. In realtà, dicendo "cambia il sistema, non il clima" (basta spreco e speculazione) sia pure confusamente, avete colto che il pensiero unico dominante, quello economico-finanziario, delira. Si basa su una tecnica della prepotenza che tende a legittimare l’esclusione di larga parte di una "quantità" di genere umano. Voi invece iniziate con il piede giusto, agite a partire dalle categorie intuitive, le categorie elementari dell’esistenza: acqua aria, tempo vitale, operate nel mondo reale, siete fisicamente presenti, avete qualcosa da condividere, fate corpo sociale, non comitato d’affari connivente con la politica, non importa se di destra, di sinistra, o di qualcos’altro. Attenzione però ai rischi di incoerenza che i vostri detrattori sperano di denunciare. Dovrai, quanto meno, evitare di cambiare il cellulare ogni anno, di vivere all’insegna dell’usa-e-getta, di consumare cibo e vestiti senza tregua, ma subito dopo ti accorgerai che tutto questo non basta ancora, e lotterai per la democrazia e la libertà sostanziali, la solidarietà tra i popoli della nostra madre terra. Allora avrai iniziato una rivoluzione non violenta! Cara Greta non ti spaventare di queste parole, non ti scoraggiare, lo so che tu, come tutta la tua generazione, hai nostalgia della "cura", ne senti il bisogno e io voglio dirti che troverai molti ostacoli, nella lunga strada che hai intrapreso, ma anche tanta gente che ti aiuterà nei momenti difficili, tanta gente che, come me, da lontano, seguirà i tuoi passi e talvolta, discretamente, ti accompagnerà, non per guidarti, ma per sostenerti con suggerimenti e critiche che nascono dalla ragione e dalla passione. Con affetto e stima. Il tuo nonno virtuale
Luigi Giario, Livorno
Caro direttore,
pensavo che il bullismo riguardasse i ragazzini, mentre oggi scopro amaramente che esiste anche il bullismo della terza età o bullismo senile. Mi riferisco al titolo con caratteri cubitali che i due direttori (non ne bastava uno...) del quotidiano "Libero" hanno scritto nei riguardi di Greta Thunberg giovedì 18 aprile 2019. Non lo riporto perché non voglio esserne complice. Si può essere o non essere d’accordo sulla battaglia che sta portando avanti la giovanissima ambientalista svedese, ma credo che insultare una ragazza minorenne in modo così evidentemente sguaiato, sia fuori luogo per un giornalista degno di questo nome. Preciso che ho stimato uno di quei due direttori, Vittorio Feltri, fino a qualche anno fa, ma dopo aver partecipato alla presentazione del suo libro "Il Vittorioso" nel gennaio 2011 durante il quale ha parlato più della sua prostata che del contenuto del libro, ho cambiato idea nei suoi confronti. Auspico un rinsavimento da parte di tutti, a cominciare da chi commenta nei social dove tutto pare permesso, perché abbiamo sempre più bisogno di educazione civica e di bona creansa, tradotto "buona educazione".
Annamaria De Grandis, Castelminio (Tv)
Metto insieme queste due lettere uguali e diverse (sintetizzando un po’ quella lunga e appassionatissima di "nonno" Luigi Giario) perché quasi tutti noi abbiamo messo giustamente gli occhi sui giovani e giovanissimi che condividono la passione di Greta Thunberg per la «cura della casa comune». E ovviamente non uso per caso proprio l’espressione che spiega il senso della Laudato si’, la splendida lettera enciclica che il 24 maggio 2015 papa Francesco ha inviato a tutti e tutte coloro che abitano la Terra. Le metto insieme perché sono lettere di adulti che dimostrano due cose. La prima è che esiste, è vero, quel "bullismo" forse senile, certo comunicativo e politico-mediatico che amaramente colpisce la cara signora De Grandis e non solo lei. Esiste ed è bene che scatti una sana e vibrante reazione: non siamo diventati tutti barbari con la cravatta che osano dare lezioni di bon ton e maneggiano con ostentata brutalità la clava delle parole.
[E qui devo aprire una parentesi, visto che la nostra lettrice mi rivela di aver avuto, diciamo così, una delusione nel 2011: io, per quel che vale, la stima e il rispetto che nutro sino a prova contraria per ogni collega, ovunque lavori e comunque la pensi, nei confronti del direttore non-responsabile di "Libero" l’ho ritirata prima, nel 2009. Cioè dopo il lungo e vergognoso attacco che egli portò dalla prima pagina del "Giornale" al mio predecessore Dino Boffo, salvo poi scaricarne la responsabilità sui suoi stessi collaboratori, e dopo l’altrettanto vergognoso modo di scusarsi che scelse, e che non gli evitò la sanzione morale e materiale della sospensione dall’esercizio della professione giornalistica per alcuni mesi. L’ho definito direttore non-responsabile, perché da tempo la responsabilità dei giornali che dirige (firmandone addirittura la testata) e dei titoli che questi mettono in pagina quel signore la fa gravare sulle spalle di altri].
La seconda è che gli adulti e gli anziani non sono, come vorrebbe una certa pubblicistica e una propaganda odiosa, solamente sospettosi e adirati col mondo e con le nuove generazioni multicolori che attorno a loro vedono crescere – e purtroppo non abbastanza, in questa nostra società povera di figli –, ma sono ancora e sempre depositari di una generosa saggezza. Che merita di essere ascoltata e che può illuminare quella innocente dei più giovani. Greta, i suoi amici che ieri si sono dati appuntamento a Roma, e i suoi attenti e rispettosi genitori e nonni (anche virtuali) sono carne e anima di un impegno e di una speranza che ci riguardano. Ognuno di noi può mettercene di più.