Gentile direttore,
scrivo soprattutto quando sono preoccupato o entusiasta di un qualche avvenimento. Stavolta provo entrambi i sentimenti per la presentazione di un nuovo robot umanoide da parte di Elon Musk. Io, come tutti, ho ancora negli occhi la meraviglia e lo stupore per questa creatura ipertecnologica e pure così... imbarazzante. Come lo stesso imprenditore 'futuristico' ha spiegato, e dovrebbe essere superfluo specificarlo, la macchina potrà essere impiegata per fare lavori umili e ripetitivi e soprattutto pericolosi per noi esseri umani. Ho pensato immediatamente al disinnesco di ordigni bellici o comunque a quei lavori dove non ci può essere totale sicurezza, vedi quelli in altezza o vicino a sostanze tossiche. E questo mi ha riempito di speranza verso questa tecnologia. Mi ha lasciato perplesso nelle parole di Elon Musk trasmesse da vari Tg la specificazione che Teslabot verrà impiegato solo per scopi pacifici. Excusatio non petita...?
Fabrizio Compagnoni Albano Laziale (Rm)
Excusatio non petita, accusatio manifesta, ovvero una scusa non richiesta diventa autoaccusa. Che dire? Condivido i suoi sentimenti e sento anch’io l’ambivalenza di questi passaggi. Penso, insomma, gentile amico lettore, che il suo dubbio potrebbe essere fondato. Constato, infatti, che le 'macchine intelligenti' (o, se vuole, le 'intelligenze artificiali') possono essere letali e avere devastanti applicazioni belliche anche se non vengono date loro sembianze umane, anche se non diventano – come nel caso di Teslabot – quei 'robot umanoidi' ai quali una letteratura visionaria e anticipatrice ci ha preparati, mettendoci in allerta. Su questa frontiera – che è parte di un rischiosissimo crinale del nostro tempo: il post- umano – la sfida è già aperta da tempo. Ed è certamente importante e grave il ruolo svolto dalla tecnoscienza e dai signori dell’economia che la finanziano e la sfruttano, ma azioni e omissioni del potere politico e dell’intera cittadinanza (se e quando si fa solo passiva) lo sono persino di più. Ogni 'sottomissione' – uso un’espressione di papa Francesco – della politica all’innovazione e alla crescita purchessia, cioè la rinuncia a governare secondo princìpi saldi, processi e cammini, è e sarà un atto di sovrana incoscienza e di pesante irresponsabilità. È sonno della morale e della ragione, e può generare mostri.