Caro direttore,a quanto pare in occasione dei recenti referendum «i cattolici sono stati determinanti» e c’è stata una «vittoria» della Chiesa. Quindi i cattolici hanno vinto. Bene. Mi pare che i cattolici avessero vinto anche il referendum del 2005 sulla fecondazione artificiale, astenendosi, eppure sono diversi i toni che celebrano questa «vittoria» rispetto al 2005. Allora, accuse accese di ingerenza da parte delle gerarchie cattoliche, vesti stracciate e denunce del Concordato violato, fino a minacce di querela contro il cardinal Ruini; oggi riconoscimenti e congratulazioni, da parte del mondo laico, per l’impegno referendario. A me qualcosa non torna e credo che quella parte del mondo cattolico, forse maggioritaria, che si è tanto spesa a favore dell’acqua pubblica, proprio in seguito a questa differenza di atteggiamenti, avrebbe di che riflettere. Siamo riconosciuti e rispettati, addirittura corteggiati solo se e quando ci allineiamo al pensiero prevalente. Altrimenti dovremmo stare zitti. Magari non contestati nel merito, ma zitti. Se questi referendum fossero serviti davvero al riconoscimento generale del diritto della Chiesa (gerarchie e fedeli) a riprendere il suo posto sulla scena pubblica, arriverei a definirli provvidenziali. Ma non riesco a essere così ottimista. Continuo a temere che la questione resti sempre la stessa: siamo applauditi quando, al di là delle nostre intenzioni, veniamo percepiti come i cortigiani della storia, oggettivamente alleati del potere mediatico e della vulgata progressista. Per questo credo che, in un certo modo, i cattolici che hanno vinto abbiano anche perso. Buon lavoro e cordiali saluti.
Franca Negri, Abbiategrasso (Mi)
Lei è sempre profonda, cara signora Negri. E le sue argomentazioni non sono mai facili né banali. Anche stavolta è così. Il suo timore è sensato, ma anche la mia speranza. Ho posto anch’io in collegamento diretto i due referendum – gli ultimi "eticamente sensibili" celebrati in Italia – e ho notato come nel 2005 "contro" i cattolici si ottenne uno schieramento fallimentare, mentre nel 2011, sollecitando positivamente la sensibilità morale dei cattolici, si è ottenuto per la prima volta dopo 16 anni un successo referendario. Si può guardare a questo come a una bottiglia mezza vuota o mezza piena. Io preferisco quest’ultimo sguardo e ho detto e ripeto che chi fa politica dovrebbe preoccuparsi di esercitarlo. Contro o senza la consapevolezza e l’ansia di giustizia e di rispetto della vita umana che sono proprie del mondo ecclesiale italiano non si va lontano... I fischi o gli applausi non cambiano questa realtà e di questo noi stessi dovremmo essere più serenamente certi e forti. Un caro saluto.