
Le parole di San Giovanni Paolo II e di Papa Francesco si uniscono in una implorazione all'umanità. Sono ripresi violentemente attacchi, scontri, bombardamenti in più zone di guerra nel mondo. Più aumenta la diffusione di parole come espansione, conquista, supremazia più queste parole vengono tradotte in morte e in violenza distruttrice.
In pochi giorni a Gaza più di 1.500 persone si sono aggiunte ai morti e ai feriti dal 7 ottobre, di queste almeno duecento erano bambini al di sotto dei dieci anni di età. Fra quei bambini c'era il fratellino di una neonata di 25 giorni estratta viva dalle macerie di un'abitazione colpita dai bombardamenti che hanno ucciso anche i suoi genitori.
Questa bimba è l'unica superstite di una famiglia: due genitori le hanno dato la vita mentre erano circondati dalla morte. Chi la proteggerà, chi si preoccuperà e si occuperà del suo futuro se il mondo è assente e silenzioso?
Chi provoca morte, chi non rispetta la sacralità della vita si autogiustifica con necessità di tutela e di sicurezza.
Ai boati e ai rumori della guerra risponde da troppo tempo il silenzio complice della comunità internazionale che attraverso la diplomazia ha il dovere e il diritto di parlare, di agire e possibilmente di ristabilire equilibri. Si interrompe il percorso di pace, si ritorna sulla strada della violenza.
Non può essere più giustificato chi non rispetta la sacralità della vita, chi continua a fornire armi a mani disabituate a porgere aiuto e a stringere patti di solidarietà e di perdono. Non si possono comprendere cuori e menti che non hanno più spazio per sentimenti di umana pietà.
La speranza ci aiuta ad affrontare la paura.
Alla paura della morte e della sofferenza, si aggiunge la paura di perdere la propria identità di popolo, di non appartenere più alla stessa storia comune, di essere dispersi in altre terre.
La speranza in Cristo ci aiuta a disarmare il potere della prepotenza, armando l'umanità di rispetto, tolleranza e perdono. La certezza dell'amore di Cristo ci insegna a non aver paura di chiedere verità e giustizia.
Frate minore in Terra Santa