Caro direttore,
condivido pienamente la linea del quotidiano sul tema delle migrazioni, e sono un ammiratore di Nello Scavo. Tuttavia, riguardo alle vicende riguardanti i recenti comportamenti delle autorità di Malta rispetto ad alcuni tentativi di espatrio che “Avvenire” ha documentato, mi permetto di attirare l’attenzione su di una questione che, senza in alcun modo mettere in discussione i fatti riferiti e le valutazioni degli stessi, potrebbe completare gli elementi da considerare. Mi riferisco ad alcuni dati demografici. Gli Italiani residenti nel nostro Paese sono a spanne intorno ai 55 milioni, più almeno 5 milioni di stranieri residenti. Ma gli abitanti dell’arcipelago di Malta sono circa mezzo milione. La tentazione del respingimento è, credo, più comprensibile, anche se per questo non vien meno la illegittimità e credo l’illiceità dei comportamenti. Il discorso si fa poi più complesso se, oltre agli abitanti, consideriamo la superficie in km quadrati. Il problema delle migrazioni non può trovare soluzione a La Valletta più di quanto possa trovarlo a Roma. Malta deve capire che l’interlocutore rispetto al quale dovremo fare fronte comune è l’Europa. Altrimenti si potrebbe riproporre sul mare – e sarebbe drammatico – lo scenario già visto sul confine tra Grecia e Turchia. Grazie comunque per il vostro eccellente lavoro, non solo in questo campo.
Dario Santin, Trieste
Sappiamo bene, caro amico, e io stesso l’ho ricordato spesso, che Malta è uno dei Paesi europei più “accoglienti” verso i richiedenti asilo in rapporto alla sua popolazione e al suo territorio. L’inchiesta di Nello Scavo porta alla luce, purtroppo, un lato oscuro di questa stessa realtà, rivelando prima l’esistenza di una “flotta fantasma” libico-maltese impegnata contro i profughi dalla Libia e in altre attività tutt’altro che trasparenti e infine, da parte della Marina ufficiale di Malta, di pratiche illegali di respingimento (verso un Paese in guerra) e/o di dirottamento (verso l’Italia) di imbarcazioni “irregolari” arrivate in vista delle coste maltesi con il loro carico umano. Il punto è questo. L’euro-accordo dei volenterosi che prende nome proprio da Malta e che coinvolge quella Repubblica isolana oltre ad altri e ben più grandi Paesi dell’Unione è teso anche a scongiurare una simile violazione delle regole internazionali e dello spirito umanitario e costituisce un passo importante verso una condivisione europea dell’accoglienza dei rifugiati in arrivo dalla Libia. Quanto abbiamo documentato è preoccupante in sé e per la messa in questione di quel giusto cammino di responsabilità. Non è in questione la generosità dimostrata a più riprese della piccola Malta, ma la inattesa scorrettezza di certe operazioni e l’opacità di certi traffici.