Caro direttore,
è certamente un segnale positivo per il Paese il "patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale" che abbiamo siglato ieri a Palazzo Chigi insieme al Presidente del Consiglio Mario Draghi e al Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta. Si tratta di un accordo strategico, frutto di una ritrovata fase di condivisione responsabile degli obiettivi e degli strumenti per una efficace riforma della pubblica amministrazione. Questo è per noi il metodo giusto: tornare a quella indispensabile politica di concertazione che occorre rilanciare per affrontare l’emergenza sanitaria, occupazionale e sociale del Paese.
La Cisl ha più volte sostenuto in questi anni l’esigenza di un moderno piano industriale per la Pubblica Amministrazione basato sulla digitalizzazione dei servizi, la formazione, una contrattazione innovativa, la valorizzazione delle esperienze e delle competenze del personale in servizio. Ma soprattutto un nuovo piano di assunzioni in grado di snellire la burocrazia e semplificare la vita e le attività per i cittadini e per le imprese.
Con il Patto di ieri abbiamo fatto un grande passo avanti, definendo nuovi obiettivi che rispondono pienamente alle nostre rivendicazioni: garantire più sicurezza per chi ogni giorno eroga servizi pubblici fondamentali nel contrasto al Covid-19; garantire più assunzioni, per portare nella Pubblica Amministrazione il know how necessario a rispondere con efficacia ed efficienza alle sfide di un Paese industriale avanzato come l’Italia; favorire più contrattazione e partecipazione dei lavoratori per modernizzare il lavoro pubblico, valorizzando l’innovazione organizzativa e le forme di lavoro agile.
Nello specifico, tra i punti positivi di questa intesa, va evidenziato l’impegno del Governo a rinnovare i contratti pubblici per il triennio 2019/2021, assicurando le risorse necessarie per stabilizzare l’elemento perequativo come componente strutturale della retribuzione e a rivedere gli ordinamenti e i sistemi di classificazione e di inquadramento del personale. Accanto a questo, c’è la volontà di eliminare i limiti imposti alle singole amministrazioni che vincolano la contrattazione di secondo livello e introdurre anche nel sistema pubblico la detassazione per il sistema di premialità e la promozione del welfare contrattuale.
Una delle parti certamente più rilevanti dell’accordo è quella dedicata alle nuove generazioni, considerate il futuro di una Pubblica Amministrazione gravemente depauperata negli ultimi anni a causa del blocco delle assunzioni e delle progressive fuoriuscite dal mondo del lavoro. In quest’ottica, è importante aver garantito il necessario confronto tra il Governo e i sindacati per la definizione di un piano delle competenze necessarie alle amministrazioni, programmare insieme i fabbisogni di nuovo personale, attingendo in primis a quel patrimonio di competenze e abilità che il personale già in servizio ha maturato in questi anni. Competenze che potranno essere ulteriormente potenziate dal riconoscimento, previsto dall’accordo, del diritto-dovere soggettivo alla formazione.
Diamo atto al Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, di aver svolto un importante lavoro di costruzione coerente e responsabile di questa intesa con la quale si creano le condizioni per una fase più approfondita di confronto con il nuovo Governo. È importante che il premier Mario Draghi abbia ricordato ieri che il buon funzionamento del settore pubblico è al centro del buon funzionamento della società. Noi siamo pronti a questa sfida. E siamo convinti che la contrattazione, e le iniziative legislative utili a rendere operativo il Patto, potranno ora accompagnare il cambiamento di cui necessita il settore pubblico del nostro Paese. È a partire da questi obiettivi che misureremo concretamente l’azione del Governo nei prossimi mesi.
Luigi Sbarra è segretario generale Cisl
Maurizio Petriccioli è segretario Fp Cisl