Caro direttore,
vorrei fare un appello al ministro Padoan e ai dirigenti dei Monopoli di Stato, a nome di tutti i giocatori, ex giocatori ed ex operatori del settore del gioco d’azzardo: si decida di devolvere subito alle vittime del terremoto l’attuale monumentale jackpot del Superenalotto. Questa sì che sarebbe una vera vincita. E poi sono anche soldi nostri... Credo, direttore, che sia sicuramente fattibile.
Marino Pederiva
Non sono sicuro come lei, caro amico, che sia facilmente «fattibile». Ma sono certo che la sua è una proposta bella e giusta: siamo realisti, chiediamo l’impossibile. E svuotiamo le logiche dell’azzardo con la forza della solidarietà.
SISMA: AL RITORNO I POLITICI PASSINO DA NORCIA
Caro direttore,
si scava ancora, si piange, si cerca di trovare qualche istante per ricominciare a sperare; a pochi chilometri, in terra d’Umbria, sono in tanti a tirare qualche sospiro di sollievo. Certo non tutti possono dirsi liberati da preoccupazioni e paure, ma a Norcia, viene da gridare al miracolo. A Norcia hanno funzionato la prevenzione e una corretta ricostruzione dopo uno dei tanti terremoti che la natura ciclicamente ripete nelle nostre terre. Le conseguenze ci sono state, ma di sicuro i danni sarebbero stati peggiori se non ci fossero stati alcuni interventi antisismici dopo i terremoti negli anni Ottanta-Novanta. Un fatto positivo che però denota la necessità di una volontà politica d’intervento che mette a disposizione di privati, aziende e istituzioni, fondi e agevolazioni adeguati. Facile, a questo punto, la considerazione che imporrebbe di avere delle strategie più equilibrate nei confronti della ristrutturazione di un patrimonio immobiliare e artistico, pubblico e privato, senza uguali al mondo. Invece, la memoria corta e altri interessi, continuano ancora a farci considerare essenziali solo quelle grandi opere che spesso hanno ben poco di grande. Per questo è giusto che, prima di ritornare nelle "stanze" romane, coloro che hanno responsabilità politica facciano una deviazione e passino da Norcia. Per vedere e capire. Senza tante parole. E poi agire. Lo chiede il rispetto per quei morti, per quelle genti rimaste senza niente. È questo che vorremmo dopo la solidarietà, l’emergenza, la compassione umana.
Luca Soldi, Prato
SISMA: POCA PREVENZIONE E SI PIANGE ANCORA
Gentile direttore,
l’Italia è sismica, tutta intera. E le trivelle non fanno bene nell’equilibrio delle "pressioni" in profondità. La prevenzione sulla sicurezza dell’esistente non esiste. Adesso si piange ancora.
Gaspare Barraco, ingegnere, Marsala (Tp)
ISTITUZIONI, IL DISPREZZO MANIFESTATO DA SALVINI
Gentile direttore,
qualche giorno fa il segretario della Lega Matteo Salvini ha indossato una maglietta della Polizia e ha detto: «Quando arriveremo al governo, polizia e carabinieri avranno mano libera per ripulire le nostre città». Anni fa stavo conversando e passeggiando con un politico della Prima Repubblica, che si chiama Gianni Savoldi, quando lui si fermò a una curva e, dopo un breve silenzio, mi domandò: «Oltre al cinguettio degli uccelli, riesci a sentire qualcos’altro?» Aguzzai le orecchie e, dopo qualche secondo, risposi: «Sento il rumore di un carro». «Esatto - replicò il deputato- ed è un carro vuoto». E io: «Ma come fai a sapere che è vuoto se non lo vediamo?». E lui: «È facile capire quando un carro è vuoto. Più il carro è vuoto, più rumore fa. Da allora sino a ora, quando una persona parla troppo, interrompe gli altri in modo inopportuno o aggressivo, vantandosi di ciò che ha, agendo in modo prepotente e sminuendo chi ha intorno, mi sembra quasi di sentire quella voce che dice: «Più il carro è vuoto, più rumore fa»«Più il carro è vuoto, più rumore fa». La maggioranza dei sindacati di Polizia ha avvertito Salvini che indossare una divisa della Polizia è reato. Mi aspetto a breve un avviso di garanzia-iscrizione nel registro degli indagati. In un regime democratico, quale è quello instaurato dalla Costituzione repubblicana, sono ammesse polemiche e critiche, anche severe, contro chi incarna le istituzioni. Quando, tuttavia la manifestazione di pensiero di un capo politico nega ogni rispetto e fiducia nelle istituzioni stesse e se ne infischia delle norme che regolano la vita della società e di ogni cittadino, inducendo al disprezzo o alla disobbedienza, si cade in basso. Sino al vilipendio della democrazia.
Celso Vassalini, cittadino europeo