Alleluja! Per il momento, la Cappella Sistina non dovrà pagare l’Imu. Con buona pace di Beppe Grillo e dei pentastellati, e il sospiro di sollievo di quei radicali che in passato le avevano sparate grosse, grossissime, ma mai così grosse, e a nessuno piace essere superato (neppure in panzane).
«I Musei Vaticani dovranno pagare le tasse al Comune di Roma», aveva ammonito due giorni fa Beppe nostro a Euronews con piglio da anti-evasore. Ieri il contrordine: ops, mi sono confuso, i Musei Vaticani appartengono alla Città del Vaticano, non al Comune di Roma; ma intanto la sparata stava girando irrefrenabile per il web, una frottola trottola che alimentava quella mala informazione velenosa di cui il nuovo “gran genovese” ama accusare con sprezzo i giornalisti-cialtroni, quelli che non sanno ciò che dicono e non si informano.
Lui, invece... Quante volte l’abbiamo scritto negli ultimi 15 anni? Millanta che tutta notte canta. Gli immobili della Chiesa che svolgono attività commerciale pagano le tasse, esattamente come gli immobili commerciali di chiunque, e nessuna legge li esonera. Nel tempo, la legge, ha stabilito diverse modalità, e con norme valide per tutti i soggetti interessati (religiosi e non profit), e mai soltanto con una qualche regole ad ecclesiam. Nessuna, checché qualcuno continui a sostenere, mentendo. Sono esenti gli immobili che svolgono attività non commerciali: della Chiesa, ma anche di sindacati, partiti, associazioni di promozione sportiva, eccetera.
Ad esempio, alberghi e appartamenti in affitto che producono reddito pagano, e da sempre. A tal punto che il Vaticano (per le proprietà in territorio italiano) è tra i maggiori contribuenti del Comune di Roma, come in Campidoglio si dovrebbe sapere. E gli Stati esteri? La Città del Vaticano, o San Marino, non pagano l’Imu: per forza, sono territorio straniero. Ma se svolgono attività commerciali sul territorio italiano, si paga eccome. Qualcuno, chiunque sia, non paga quel che dovrebbe? Nessuna legge lo copre e va sanzionato per l’inadempienza.
A suo tempo abbiamo pubblicato le ricevute di Ici-Imu di pensioni romane tenute da suore, infamate di godere di inesistenti privilegi, e di appartamenti dati in affitto di proprietà di parrocchie. Saremo felici di inviare a Beppe Grillo le copie del nostro giornale, sfuggite a lui e soprattutto ai suoi collaboratori. Un tempo, quando portava in giro per l’Italia i suoi spettacoli in cui denunciava assurdità, incongruenze e insensatezze dell’economia e della finanza, Grillo lavorava su informazioni ricevute da esperti e studiosi che sapevano bene quel che gli passavano.
Ecco: quel metodo è ottimo, utilissimo per scansare errori da luogocomunismo, evitando a lui dietrofront e a noi di ripetere millanta volte la stessa storia (che ormai – possiamo dirlo? – ci è venuta a noia).