Caro direttore,una atleta italiana, nel ricevere una bella e meritata medaglia olimpica, ha sentito il bisogno di dedicare il trionfo alla sua compagna di vita. Non sto a discutere il suo atteggiamento, se sia stato spontaneo slancio affettivo o voluta provocazione. Discuto l’esagerata evidenza che ha avuto sui media, anche sulla Rai, questa che, anche per il mondo gay, dovrebbe essere una non-notizia. Non hanno forse, gay e lesbiche, reclamato la loro equiparazione a tutti i cittadini, con relativi diritti civili, e proclamato la “normalità” della loro condizione e delle loro scelte sessuali? Perché, allora, farne bandiera? Ma soprattutto, perché dare eco all’episodio, che è rimbalzato nelle interviste e nei dibattiti sui vari canali televisivi e sui social, ripetutamente? È giornalismo gonfiare una notizia, o peggio una non-notizia, e perché la Rai è stata al gioco?
Domenico Volpi