Caro direttore,
una strana inquietudine ieri ha pervaso non solo me, ma anche molte persone che vivono situazioni di disabilità. Le parole di Boris Johnson, primo ministro della Gran Bretagna, hanno colpito negativamente i nostri cuori. La disabilità è una condizione di fragilità, quindi le persone con disabilità sono una delle categorie maggiormente a rischio in questa emergenza da coronavirus, che possono essere colpite dalla cosiddetta «scrematura» (il termine usato da Johnson), come le persone malate o anziane. È stato un sonno molto inquieto quello di stanotte. Ecco perché stamattina, sabato 14 marzo, ascoltando la Messa del Papa, la sua attenzione e la sua preghiera per le persone con disabilità e le loro famiglie, ci hanno incoraggiato nuovamente. Due autorità: da una parte chi vede possibile nel Paese che governa una decimazione dei fragili, dall’altra chi prega e ne raccomanda la cura a tutto il mondo. Desidero ringraziare vivamente Francesco, perché l’autorevolezza di chi ha a cuore il popolo è vera ed autentica, soprattutto quando pone l’accento nella difesa dei più fragili e indifesi. In Italia constatiamo tutti i giorni che stanno morendo con Covid-19 soprattutto le persone più fragili, quelle con patologia pregresse. Muoiono perché il coronavirus è così virulento, ma sappiamo benissimo come i nostri medici facciano tutto il possibile per curare e mantenere in vita tutti, indistintamente dallo status di salute precedente e dall’età. Fortunatamente, il nostro stato è diverso, qui la legge difende e protegge i più deboli. E la nostra gente è dotata di grande solidarietà e forte umanità. Come già ha fatto più volte il mio sindacato, la Cgil, vorrei nuovamente ricordare agli organi competenti che sarebbe opportuno che, nelle azioni di soccorso delle persone con disabilità ci fosse un’attenzione particolare, attraverso personale qualificato, affinché si possano affrontare al meglio le peculiarità delle persone che possono avere anche diversi problemi di comunicazione, come ad esempio le persone con disabilità intellettive e sensoriale. Ricevo tanti messaggi da mamma spaventate, la cui idea di lasciare i loro figli e di non poterli accompagnare le sconvolge. Nel mio lungo lavoro di sindacalista, di difesa delle persone con disabilità, ho imparato che l’amore alimenta la vera giustizia, la vera giustizia declina politiche di uguaglianza tra le persone, in cui i bisogni e gli interessi vanno mediati, ma con al centro sempre la persona.
Nina Daita, responsabile nazionale politiche per i disabili Cgil
Caro direttore,
impressiona che il Governo cinese, nella gestione dell’emergenza coronavirus, abbia dimostrato di avere più attenzione alla vita umana di quello inglese…
Bruno Cassinari, Piacenza
Caro direttore,
la fede al tempo di Covid-19" è certo un tema che interpella molti di noi. Faccio parte di "Camminare insieme", un gruppo di cristiani (ma non soltanto) di varie provenienze (Azione cattolica, Acli, Focsiv, Scout e via dicendo) che, seguendo gli insegnamenti ma soprattutto gli esempi di papa Francesco, organizzano e animano momenti di riflessione teologica, veglie di preghiera e incontri volti a crescere e a far crescere la comunità cristiana di Trieste. Gli incontri tra noi sono di norma mensili, ma il gruppo si nutre anche di un fitto scambio di mail che fanno conoscere documenti, poesie, considerazioni politiche con al centro l’essere umano. Questo scambio continua, ma certo in questo periodo ci manca la dimensione comunitaria, fatta di abbracci, convivialità e della preghiera, seguita dalla lettura di un breve brano proposto da uno dei sacerdoti, con cui iniziamo i nostri incontri. Abbiamo così deciso di avviare una nuova iniziativa, "Camminare insieme in preghiera": alle 20.30, chi tra noi può parteciparvi, si sofferma in preghiera su un testo posto dai coordinatori alla nostra attenzione. Siamo convinti che Lui abbia ora in agenda uno speciale appuntamento quotidiano anche con noi, alle 20.30. Perché si può pregare insieme anche così.
Dario Santin
P.S. Le mando questa mail dopo aver letto la prima pagina di "Avvenire" di oggi, venerdì 13 marzo. E ho letto la notizia riguardante la messa a disposizione gratuita per tutti dell’edizione digitale del quotidiano. L'ho subito comunicato al gruppo. Sono fiero di essere un vostro abbonato.
Gentile direttore,
voglio ringraziare il buon samaritano (Lc10, 30-37) sceso dalla Cina per soccorrere l’Italia "cristiana" che aveva chiuso i porti dinanzi a decine di profughi lacerati, feriti e percossi dai "briganti". Grazie per l’ascolto, cordialmente
Angela Cicerchia, Milano
Caro direttore,
venerdì sera, telegiornale, la voce del cronista racconta che il capo del Governo, Giuseppe Conte, in video conferenza con le parti sociali, ha detto tra l’altro: «Il Governo per primo ha il vincolo morale e giuridico di…». Conte è un giurista, un professore universitario, quindi sa di cosa parla. Eppure, prima del qualificativo "giuridico" ne ha posto un altro (al secondo congiunto) "morale". Che bello rivivere, anche attraverso questo breve cenno, i fondamenti della nostra Civiltà, fondata sulla morale e sul diritto! Di "etica-buona" è satura in questo periodo l’aria dell’Italia, soprattutto per l’apporto del personale socio-sanitario e del volontariato diffuso, oltre che delle famiglie e delle imprese. Anch’io, dunque, come molti, ho un piccolo "sogno": che diminuisca in fretta fino a scomparire questo virus e che aumenti, al contrario, il senso di moralità diffusa, a guida delle intelligenze, dei saperi, delle passioni e delle decisioni, specie quando riguardano il bene di tutti.
Renato Omacini, Lido di Venezia
Gentile direttore,
mi associo anch’io a chi le ha già espresso gratitudine per aver messo a disposizione gratuitamente la quotidiana copia digitale di "Avvenire" sino alla fine di questa crisi sanitaria. Seguo quotidianamente "Avvenire" tramite il sito web; è una abitudine iniziata in Cambogia diversi anni fa quando, vivendo in una zona un po’ fuori dal mondo, aprivo questa finestra per tenermi aggiornato sul mondo. Di "Avvenire" ho sempre apprezzato la serietà nello scegliere le notizie, con un orizzonte ampio, ma attento a quelle voci più o meno note che sono luce in questo mondo. Grazie quindi a lei a tutta la redazione, buon lavoro (che immagino in questi giorni sarà triplicato).
padre Luca Bolelli, Pime
Grazie delle vostre lettere, care amiche e cari amici lettori, tutte “in dialogo” prima che con me col giornale che nei giorni di questa straordinaria emergenza (non solo) sanitaria vi stiamo consegnando con un impegno individuale e comunitario raddoppiato dalle difficoltà che, come tutti, incontriamo. Dalla consapevolezza della prova a cui siamo sottoposti è nata l’iniziativa di rendere accessibile gratuitamente l’edizione digitale di “Avvenire” attraverso il nostro sito www.avvenire.it. E io sono riconoscente ad abbonati e lettori abituali per il sostegno manifestato al nostro «passo in più» e ai nuovi lettori che via via stanno accettando questa mano tesa (informativa) nel tempo dell’isolamento forzoso e della solidarietà “a distanza”. Così come lo sono a tutti coloro che, in diversi modi e luoghi, rendono possibile la realizzazione e la stampa del quotidiano. È un grazie che sale dal profondo del cuore.
Proprio come la mia risposta, che dedico al tema sollevato dalla vibrante lettera della sindacalista Nina Daita e, in modo più rapido, da quella di Bruno Cassinari. Entrambi danno voce all’indignazione per la linea ostentamente menefreghista e liquidatoria assunta dal leader britannico Boris Johnson nella crisi da coronavirus. Il signor Cassinari arriva a dire che l’approccio di Pechino è stato ed è più umanitario di quello Londra. Avremo tempo per discuterne e non intendo fare comparazioni precipitose, sebbene sia grato anch’io alla Cina per le iniziative di solidarietà che sta assumendo in questa fase della pandemia. Ma le parole del premier inglese sono sconvolgenti. La Brexit di Mr. Johnson è anche dalla civiltà costruita dall’umanesimo che ha fatto l’Europa. Voglio vedere tra i politici di casa nostra chi oserà ancora proporlo a modello. Dio ci salvi tutti, anche gli inglesi, e soprattutto gli anziani e i disabili.