Gentile direttore,
a posteriori si può ricordare che il 21 settembre era la “giornata del grazie”. Ringraziare è sempre un bel modo di vivere insieme ma alcuni studi vanno oltre affermando che dire “grazie” aiuta corpo e mente. La gratitudine accresce positività e volontà, è un toccasana per l’umore, incrementa l’efficienza sul lavoro e migliora anche la salute. Il “Washington Post” riporta le scoperte del ricercatore Robert Emmons dell’Università della California, il quale ha compilato una lista di fattori benèfici sulla mente e sul corpo causati dalla gratitudine consapevole. Praticare gratitudine abbassa i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, del 23%, riduce del 7% i sintomi di infiammazione nei pazienti con insufficienza cardiaca, combatte la depressione, diminuisce la pressione sanguigna e migliora la qualità del sonno. Secondo gli esperti dell’Università di Birmingham «La lista di potenziali benefici è circa infinita: meno errori di giudizio, efficaci strategie di apprendimento, più supporto verso le persone, maggiore fiducia in se stessi, migliore approccio al lavoro, rinforza la resilienza, diminuisce la sofferenza fisica, influisce positivamente su salute e longevità». Secondo Assunta Corbo, autrice del libro “Dire, Fare... Ringraziare”, «Chi vive in uno stato di gratitudine elimina completamente la tendenza alla lamentela che appartiene al genere umano per sua evoluzione naturale. Si comprende che non si ha nulla per cui lamentarsi, quindi perdiamo il ruolo di vittime e diventiamo persone più ricche, non solo in senso materiale». Anche i cristiani nella preghiera del mattino e della sera, il “Ti adoro mio Dio”, ringraziano. Una bella iniziativa la giornata del “grazie”. Educhiamoci ed educhiamo a ringraziare.
Gabriele Soliani, Reggio Emilia
Un bellissimo pensiero il suo, gentile dottor Soliani, che sottoscrivo di cuore. Le propongo di aggiungere alla lista di efficaci citazioni che lei fa da medico e da cristiano una di papa Francesco, ripetuta in diverse occasioni e che qui riprendo dalla catechesi tenuta in piazza San Pietro durante l’udienza generale del 13 maggio 2015 e nella quale il “grazie” è parola cerniera, assolutamente centrale. Sull’ideale «porta d’ingresso» della vita familiare dice il Papa, «sono scritte tre parole. E queste parole sono: “permesso?”, “grazie”, “scusa”. Infatti queste parole aprono la strada per vivere bene nella famiglia, per vivere in pace. Sono parole semplici, ma non così semplici da mettere in pratica! Racchiudono una grande forza: la forza di custodire la casa, anche attraverso mille difficoltà e prove; invece la loro mancanza, a poco a poco apre delle crepe che possono farla persino crollare». Chi sa ringraziare, non è arrogante e spesso riesce nella difficile arte di riconoscere gli errori. In famiglia e non solo.