È la copertina del numero speciale che il settimanale francese “Charlie Hebdo” manderà in edicola il 6 gennaio, a un anno dalla strage che costò la vita a dodici persone. Disegnata dal direttore Riss (rimasto a sua volta ferito nell’attacco del 7 gennaio 2015), la vignetta dovrebbe confermare il carattere spregiudicato del giornale, che si fa un vanto di non arretrare davanti a nulla, tanto meno davanti alla blasfemia. Che questa sia la posizione di “Charlie Hebdo” è noto da tempo. A stupire è semmai la reiterata rozzezza di una semplificazione che non prevede distinzione alcuna tra fede e fondamentalismo, cadendo a sua volta in un’intransigenza di segno opposto. In questione non c’è soltanto la sensibilità dei credenti, ma il rispetto dovuto a tutte le vittime, comprese quelle che vengono sacrificate a motivo della loro religione. E poi – libertà di espressione per libertà di espressione – non è che quel disegno faccia tanto ridere.
A un anno dall'attentato terroristico contro la propria redazione il settimanale satirico francese esce in edicola proponendo una copertina dai contenuti rozzi e offensivi. (Alessandro Zaccuri)
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI:
Opinioni
Come Cristo smarrito al Tempio ormai loro abitano la Gerusalemme eterna. Ma questo sarà per noi una sorta di miracolo: i santi abitano le distanze per abilitarci alla ricerca
Il Rapporto Aifa 2023 evidenzia una spesa farmaceutica in crescita, forti disuguaglianze regionali e inefficienze dovute anche alla poca informazione indipendente
Il 18enne Arcangelo Correa è l'ultima vittima di un triste elenco di giovani morti "per futili motivi". Di fronte a un baratro d'angoscia, la Chiesa è chiamata a dare una risposta di speranza