Francesco Fava
La sua analisi, caro signor Fava, è ineccepibile. E le sue conclusioni sono assolutamente condivisibili. Mi continuo a sorprendere anch’io di come persone (e colleghi) ben capaci di capire e ben in condizione di documentarsi continuino a cadere ciclicamente nella solita ragnatela di radicali menzogne e di mezze verità usate per spacciare falsità tutte intere contro la Chiesa. Eppure chi abita il web (e magari dispone addirittura di archivi seri e di banche dati affidabili) dovrebbe saper riconoscere le “bufale” che si muovono in branco e che puntano – per poco nobili e sempre demagogici scopi – a ridurre a branco i cittadini e gli internauti… Quanto al tentativo di azzannare il nemico designato – altra e purtroppo antica faccia dell’intolleranza e dell’interesse di fazione o di etnia o di razza o di setta – nulla di nuovo sotto il sole. Tutto è già stato tristemente visto molte volte. Ci sono Paesi, come i lettori di Avvenire sanno bene, dove gli attacchi alla Chiesa cattolica e ai cristiani delle diverse tradizioni non si limitano a certi multiformi tentativi di lapidazione mediatica… Ieri, proprio qui, in dialogo con me, una gentile lettrice ci invitava con la straordinaria eloquenza della fede, a ricordare in frangenti di questo tipo l’evangelico «rallegratevi ed esultate». Vale davvero la pena di farne memoria e vita, sempre. Ma vale la pena anche di imparare e ricordare la lezione di queste aspre (o melliflue) mistificazioni, code avvelenate di altre e drammatiche battaglie condotte contro la vita e i valori che danno senso alla vita. Io, nel mio piccolo, ormai da tempo non mi intenerisco e non presto fede alle professioni di «non violenza» di certi personaggi politici.Marco Tarquinio