lunedì 1 gennaio 2024
Il "banchiere dei poveri" ha smentito le accuse: "Processo politico". Oltre 160 personalità internazionali intervengono in sua difesa: "Una persecuzione giudiziaria"
Il Nobel Mohammad Yunus all'uscita dal tribunale circondato da una folla di sostenitori

Il Nobel Mohammad Yunus all'uscita dal tribunale circondato da una folla di sostenitori - Reuters

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"Colpevole" di aver violato le leggi sul lavoro del Bangladesh. E, per questo, condannato a "sei mesi di reclusione". La sentenza pronunciata nei confronti del premio Nobel per la Pace, Muhammad Yunus, ha immediatamente suscitato una raffica di polemiche. Il "padre della micro-finanza", 83 anni, è da tempo ai ferri corti con la premier, Sheikh Hasina Wased, che, in più di un'occasione, gli ha imputato di "succhiare sangue dai poveri". I numerosi sostenitori del Nobel hanno, dunque, definito il verdetto un "giudizio politico", avvenuto al termine di un "processo farsa". Yunus è stato condannato insieme a tre colleghi della Grameen Telecom, una delle oltre cinquanta imprese sociali create dall'economista nel Paese: ai quattro è stata concessa la libertà su cauzione in attesa dell'appello. "Questo verdetto non ha precedenti", ha detto Abdullah Al Mamun, avvocato di Yunus. "Non abbiamo ottenuto giustizia."

Yunus è conosciuto in tutto il mondo come il "banchiere dei poveri": nel 2006 il Comitato di Oslo l'ha insignito del Nobel perché con il suo innovativo sistema di micro-credito ha strappato milioni di persone dalla miseria. Ora sta affrontando più di 100 altre accuse per violazioni del diritto del lavoro e presunta corruzione. Affermazioni drasticamente smentite dal Nobel che ha ribadito di non avere mai tratto profitto dalle iniziative da lui create. Irene Khan, ex capo di Amnesty che ora lavora come relatrice speciale delle Nazioni Unite ed era presente in aula, ha detto che la condanna è stata "una parodia della giustizia". "Un attivista sociale e premio Nobel che ha portato onore e orgoglio al Paese viene perseguitato per motivi futili", ha detto. Ad agosto, 160 personalità globali, tra cui l'ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama e l'ex segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon, hanno pubblicato una lettera congiunta in cui denunciavano le "continue molestie giudiziarie" nei confronti di Yunus. I firmatari, tra cui piu' di 100 suoi colleghi premi Nobel, hanno affermato di temere per "la sua sicurezza e libertà".

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