sabato 16 novembre 2024
La rivelazione di una giornalista della Buryatia, una delle regioni più povere della Federazione Russa, dove sarebbero stati addestrati i militari inviati da Pyongyang
Putin con Kim Jong-Un

Putin con Kim Jong-Un - Reuters

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Addestrati in Russia e mandati al fronte con il viso più coperto possibile in modo tale da sembrare buriati, ossia una minoranza dai tratti asiatici. È questa l’ultima indiscrezione sulle migliaia di soldati nordcoreani che si trovano nella regione di Kursk, pronti a combattere. A rivelarla è stata Alexandra Garmazhapova, giornalista della Buryatia e presidente della Fondazione per la Buryatia libera.

Secondo Garmazhapova, i soldati inviati da Kim Jong-Un sarebbero stati addestrati a Ulan-Ude, la città principale di questa remota regione della Russia, che confina con la Mongolia e che, fino a questo momento, era nota solo per le sue bellezze naturali e dove gli abitanti hanno tratti marcatamente asiatici. Così tanto che, anche a viso scoperto sarebbe difficile dire con esattezza da quale parte di questi immensi territori provengano. Figuriamoci con il un passamontagna che lascia scoperti solo gli occhi.

«Putin – ha spiegato Garmazhapova – ha negoziato l’invio di soldati nordcoreani con Kim Jong-Un -. Il punto è che possono essere spacciati per buriati anche altri soldati provenienti dall’Asia». La giornalista ha anche ricordato un precedente storico importante, che fa comprendere come il presidente russo sia sempre molto attento alle lezioni che vengono dal passato. Durante la Guerra di Corea, fra il 1950 e il 1953, Stalin ordinò l’invio di soldati buriati, tuvani, yakuti e altre minoranze dai tratti asiatici, vestiti in modo che potessero sembrare soldati volontari cinesi. L’Unione Sovietica ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento, così come fa oggi la Russia di Putin e la Corea del Nord di Kim Jong-Un.

La Buryatia è una delle regioni più povere della Russia e proprio da qui, e da altre regioni ugualmente remote e povere, sono partiti i primi soldati verso il fronte. Una scelta evidenziata da osservatori stranieri e media indipendenti, secondo i quali sarebbe dovuta alla decisione di Putin di sacrificare prima le minoranze, come i buriati, ma non solo, prima dei russi etnicamente slavi.

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