lunedì 18 novembre 2024
Dopo Francia e Gran Bretagna, anche il presidente Usa ha autorizzato le forze armate ucraine a usare i sistemi missilistici a lungo raggio Atacms oltre i confini. Cosa significa
Missili e droni sull'Ucraina hanno provocato distruzione nella zona di Odessa

Missili e droni sull'Ucraina hanno provocato distruzione nella zona di Odessa - Ansa

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Mille giorni fa alle 5 del mattino cominciava la guerra che avrebbe cambiato il mondo. Mosca contro Kiev. Putin contro tutti. Mille giorni dopo si ricomincia dai missili, stavolta americani e diretti più in profondità nell’entroterra russo. Putin e Zelensky sono ancora al loro posto. Biden e i democratici ci hanno rimesso la Casa Bianca.

Il presidente americano uscente ha dato il via libera a spingere più lontano in territorio russo gli ordigni Atacms. Troppo tardi, secondo quegli ucraini che avrebbero voluto vederli in azione già mille giorni addietro. Invece appena in tempo, spiegano diversi analisti: se Kiev manterrà il controllo della regione russa di Kursk, il Cremlino dovrà negoziare aprendosi a concessioni pur di ripristinare l’integrità territoriale russa. Ma lo zar, sostiene una fonte della diplomazia europea nella capitale ucraina, «potrebbe non voler trattare affatto, scommettendo su Trump e su una Europa politicamente sempre più precaria».

L’incognita che Putin potrebbe non riuscire a governare si chiama Cina. Pechino oggi ha riaffermato le sue richieste urgenti di soluzione politica, in risposta al via libera di Washington per l’utilizzo dei missili americani a lungo raggio. «La cosa più urgente è promuovere il raffreddamento della situazione il prima possibile», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Lin Jian.

L’Italia, che conferma l’invio di armi solo a scopo difensivo, con il ministro degli Esteri Tajani ribadisce che «non si può pensare di arrivare ad una trattativa» condotta «senza la Russia». Da Londra il premier Keir Starmer ha lasciato intendere che la Gran Bretagna potrebbe invece seguire gli Usa rimuovendo i vincoli all’impiego dei propri missili ceduti a Kiev.

A complicare il quadro, il ruolo del leader nordcoreano Kim Jong Un. Secondo il dittatore, riferiscono fonti i media del regime, l’Occidente sta spingendo il conflitto verso il baratro del conflitto globale nucleare, alludendo alla minaccia di poter fare uso dell’atomica a sostegno di Mosca.

Oggi una decina di civili sono stati uccisi a Odessa in un attacco contro l’abitato. Parigi ha condannato «con la più grande fermezza i raid massicci della Russia contro infrastrutture civili ucraine». Parole che fanno credere come anche l’Eliseo potrebbe seguire Usa e Regno Unito. Nei giorni scorsi il cancelliere tedesco Scholz aveva irritato l’Ucraina dopo che si era appreso di una sua telefonata a Putin. Ieri Berlino ha confermato di avere iniziato a consegnare 4mila droni da combattimento controllati da sistemi di intelligenza artificiale prodotti in Germania.

Alexander Baunov, analista per “Carnegie Russia Eurasia Center” ha scritto che Putin «è convinto che il tempo sia dalla sua parte». Secondo Baunov, Trump potrebbe non essere in grado di ottenere un accordo di pace, e il presidente russo «sembra confidare di poter continuare ad andare avanti verso l’obiettivo originale dell’invasione: controllare tutta l’Ucraina con alcuni territori annessi direttamente dalla Russia e altri trasformati in uno stato satellite sul modello della Bielorussia». Dal terreno arrivano notizie che non scoraggiano lo stato maggiore di Mosca. L’Ucraina è più vulnerabile, mentre il quarto inverno di guerra peserà sulla popolazione civile fiaccata da quasi tre anni trascorsi nell’arte della sopravvivenza.

Mosca e Kiev si rinfacciano successi e perdite difficilmente verificabili. Lo scorso 31 agosto 2024 la Missione di monitoraggio dei Diritti umani Onu ha documentato almeno 11.743 civili uccisi e 24.614 feriti dall’inizio dell’invasione. Ma diversi funzionari delle Nazioni Unite affermano che le cifre reali sono probabilmente molto più alte, data la difficoltà di verificare il numero effettivo delle vittime. Come a Mariupol, rasa al suolo e poi conquistata da Mosca.

Sebbene i civili abbiano patito molto, la stragrande maggioranza dei morti è costituita da soldati. All’inizio del conflitto in Ucraina gli uffici per l’arruolamento soffrivano di un eccesso di candidature. Adesso la polizia militare svolge retate tra ristoranti e locali di ritrovo alla caccia dei renitenti. Molti combattenti non sono tornati indietro da vivi. E migliaia di altri si mostrano in città e villaggi con le loro menomazioni. Entrambe le parti nascondono i dati reali sulle perdite, su cui è stato posto il segreto di stato.

Perfino le stime pubbliche dei Paesi occidentali, basate su rapporti di intelligence, variano notevolmente. Secondo fonti Nato la Russia è arrivata a perdere anche 1.000 soldati al giorno. E questo spiega perché Putin sia dovuto ricorrere ai militari coreani, per niente addestrati alla guerra e con nessuna esperienza di conflitto alle spalle. Nel corso di un raro riferimento al bilancio delle vittime militari, il presidente Zelensky aveva parlato nel febbraio 2024 di circa 31.000 caduti. Cifre ritenute ampiamente arrotondate per difetto.

La Russia sostiene di aver annesso circa un quinto dell’Ucraina, un’area estesa quanto la Grecia. E sarebbe andata molto peggio se l’esercito ucraino non avesse respinto la prima ondata di attacchi giunta fino a Kiev. Molte delle città conquistate dai russi sono state distrutte prima di venire catturate, come Mariupol, Il costo totale della ricostruzione e della ripresa è stato stimato dalla Banca Mondiale e dal governo ucraino in 486 miliardi di dollari. Ma era un calcolo di dicembre 2023.

Non solo l’economia è piegata dal conflitto, ma l’intero bilancio dello Stato è fagocitato dalla guerra. Il progetto di bilancio per il 2025 prevede che circa il 26% del prodotto interno lordo, pari a 2,2 trilioni di grivne (circa 53 miliardi di euro), sia destinato alla difesa. L’Ucraina ha già ricevuto più di 100 miliardi di dollari dai suoi partner occidentali in aiuti finanziari.

Ma non ci sono solo le vittime dirette. I tassi di mortalità per ogni causa (come salute e incidenti sul lavoro) sono aumentati in tutta l’Ucraina. Come prevedibile anche il tasso di natalità è crollato di circa un terzo, mentre almeno 6 milioni di profughi ucraini sono fuggiti in Europa e oltre 4 milioni sono gli sfollati interni.

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