Trump e Harris - ANSA
La rabbia, il nervosismo e i sondaggi. «È ingiusto che ho battuto Joe Biden e ora devono battere anche lei».
Così Donald Trump si è sfogato nei giorni scorsi con un amico, esprimendo un chiaro nervosismo, e preoccupazione, per la discesa in campo di Kamala Harris che, in poche settimane, ha stravolto una partita che lui e i repubblicani consideravano chiusa e vinta. E ora che nei sondaggi resta in panne, anzi secondo alcune rivelazioni crolla, non rimane che convocare i giornalisti e tornare a tuonare contro la «coppia di comunisti», Kamala Harris e Tim Walz, che si contrappone a lui e J.D. Vance, ieri è finito nel frullatore dei media per la sua partecipazione in aziende discusse e lontane dall'etica che dice di voler seguire. Tra queste Rumble, divenuta famosa nel 2020 per aver favorito teorie cospirazioniste sul Covid e per aver promosso QAnon, il gruppo estremista protagonista tra gli altri dell'assalto a Capitol Hill.
Altri colpi bassi non mancano ad arrivare e bersagliano l'ex presidente. Come quello che riguarda il vice di Harris. Da quando Tim Walz è stato nominato candidato alla vice presidenza, i repubblicani stanno accusando il governatore del Minnesota per il modo in cui ha gestito le proteste dopo l'assassinio di George Floyd a Minneapolis nel 2020. Ma ora è spuntato un audio in cui l'allora presidente Donald Trump loda l'operato del governatore democratico.
«So che il governatore Walz è in linea, abbiamo parlato, ed io sono completamente d'accordo con il modo in cui ha gestito l'ultimo paio di giorni - si sente nell'audio di una telefonata di Trump con un gruppo di governatori che è stato rivelato dai media americani - sono molto felice con quello che è stato fatto, Tim, hai chiamato grandi rinforzi e loro li hanno bloccati velocemente».
Parole che contraddicono la linea di attacco che stanno seguendo i repubblicani, come il candidato alla vice presidenza, JD Vance, che ha detto che Walz «ha permesso ai rivoltosi di bruciare» negozi e il leader della maggioranza alla Camera, Steve Scalise, che accusa il governatore di essere «un estremista che ha permesso che Minneapolis fosse messa a ferro e fuoco».
La campagna dei dem ieri ha invece esultato per un sondaggio. Dopo aver fatto lo stesso per i 36 milioni di dollari finiti nelle casse del ticket presidenziale a poche ore dall'annuncio del vice. Kamala Harris è infatti in vantaggio su Donald Trump del 6% (53% a 47%) tra i probabili elettori in un nuovo sondaggio della Marquette Law School, per la prima volta oltre il margine di errore (4,7%). Inoltre, da quando è diventata la candidata democratica, Harris è vista favorevolmente dal 47% e sfavorevolmente dal 50% degli elettori registrati, mentre il 3% afferma di non averne sentito parlare abbastanza. Kamala Harris ha neutralizzato un altro vantaggio che Donald Trump poteva vantare contro Joe Biden, oltre a quello nei sondaggi: le folle ai comizi, insieme all'entusiasmo dei fan, che ora ricordano quelle di Barack Obama.
Ad Atlanta ha riempito da sola un'arena da 10mila posti, l'altro ieri a Filadelfia, con il suo vice Tim Walz, ha attirato 14 mila persone e ieri in Michigan - sempre col suo running mate - 15 mila. Bagno di folla anche in Wisconsin, dove c'erano file di quasi un chilometro per ascoltare il ticket dem. Non solo: ora i supporter cantano anche cori "Usa", "Usa", rari con Biden. Numeri e scene che finora si vedevano solo nei raduni del tycoon.