Il presidente Trump con Netanyahu - Ansa
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha presentato l'atteso piano di pace per il Medio Oriente sul quale sta lavorando da tre anni la sua amministrazione, in primis il genero Jared Kushner. Conta 80 pagine ed è "il più dettagliato" mai presentato finora, ha spiegato nella conferenza stampa, con accanto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. "Voglio - ha sottolineato Trump - che sia un grande accordo per i palestinesi, deve esserlo, è un'opportunità storica perché raggiungano un loro Stato, questa potrebbe essere l'ultima opportunità per loro".
Il piano prevede due Stati. Gerusalemme resta la capitale indivisa di Israele, ma la capitale della Palestina sarà Gerusalemme Est. Una prospettiva non scevra di ambiguità. Si tratta, ha insistito Trump, di "una soluzione realistica a due Stati", che includa un territorio "contiguo" per i palestinesi se rinunciano al terrorismo. "Questa mappa raddoppierà il territorio dei palestinesi, con un capitale a Gerusalemme Est, dove gli Usa apriranno orgogliosamente un'ambasciata". Trump ha aggiunto che "nessun palestinese sarà sradicato dalle sue case" ma che "ci saranno due capitali per due Stati". Gerusalemme è definita come "città aperta, che accoglie tutte le religioni". Lo Stato palestinese darà "demilitarizzato". La sicurezza dei confini sarà affidata a Israele, con i palestinesi che avranno forze di polizia per la gestione interna.
Ci saranno investimenti per 50 miliardi di dollari a favore dei palestinesi, progetto che occupa ben 30 delle 80 pagine del piano. "Basta finanziamenti al terrore, bisogna bloccare Hamas": questo l'appello rivolto ai palestinesi dal presidente Usa. "La gente in Medio Oriente, soprattutto i giovani, sono pronti per un futuro migliore".
Il piano di pace chiede 4 anni di congelamento degli insediamenti israeliani per dare tempo ai negoziati, raddoppiando i Territori palestinesi, e prevede la sovranità di Israele sulla Valle del Giordano e sulle colonie ebraiche in Cisgiordania, che l'Onu considera da 40 anni una violazione delle leggi internazionali. Netanyahu domenica chiederà al governo di votare l'annessione della Valle del Giordano e delle colonie ebraiche in Cisgiordania. È prevista la costruzione di un tunnel per collegare Cisgiordania e Gaza.
La sfida è quella della "coesistenza pacifica", ha sottolineato Trump, esortando i palestinesi a coglierla in vista di uno Stato indipendente: "Meritano una vita migliore" e questo piano è "vantaggioso per entrambi". Per averlo, però, dovranno sottostare a una serie di condizioni, tra le quali "porre fine alle attività maligne di Hamas e della Jihad Islamica, all'incitamento alla violenza contro Israele, e mettere fine in maniera permanente ai finanziamenti al terrorismo". "Non chiederemo mai a Israele di scendere a compromessi sulla sua sicurezza", ha scandito il presidente americano.
A delineare ancora meglio il quadro ci ha pensato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, presente alla Casa Bianca con la moglie Sarah, insieme a decine di ospiti, tra cui Jared Kushner e Ivanka Trump ma anche gli ambasciatori di Oman, Bahrein ed Emirati arabi uniti (questi ultimi hanno ignorato l'appello della dirigenza palestinese a non presentarsi in segno di protesta contro il progetto dell'amministrazione Usa).
Le risposte immediate non sembrano positive: la Lega araba terrà una riunione d'emergenza sabato, alla quale prenderà parte anche il presidente palestinese Abu Mazen.
Compatto per il no il fronte palestinese
L'annuncio di Trump seguito in tv nel mondo arabo - Reuters
Paradossalmente uno dei primi effetti è stato il compattamento del fronte palestinese, da Hamas all'Anp e alla Jihad, come non accadeva da anni. La leadership palestinese aveva interrotto i rapporti con Washington due anni fa, quando Trump riconobbe Gerusalemme come capitale dello Stato ebraico. Da allora gli Usa hanno interrotto ogni finanziamento ai palestinesi. Il piano di pace "non passerà", ha affermato il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, al termine di un incontro con tutte le fazioni palestinesi, compreso il movimento islamista Hamas, che hanno tutte promesso di "resistere in tutti i modi". "Gerusalemme non è in vendita", ha scandito Abu Mazen.
Per Hamas il piano di Trump "è aggressivo e provocherà molta ira"; sono le parole del portavoce di Hamas Sami Abu Zuhri secondo cui la parte del Piano che riguarda Gerusalemme "non ha senso". "Gerusalemme - ha proseguito - sarà sempre una terra per i palestinesi. I palestinesi fronteggeranno questo Piano e Gerusalemme resterà sempre terra palestinese".
Anche i coloni si schierano contro
Sull'altro fronte, anche il leader dei coloni israeliani si è schierato contro, sostenendo che la creazione di uno Stato palestinese è una minaccia per l'esistenza di Israele. "Non possiamo acconsentire a un piano che includa la formazione di uno Stato palestinese che costituirà una minaccia per lo Stato d'Israele e una minaccia più grande nel futuro", ha affermato David Alhayani, leader dello Yesha Council, esortando il premier Benjamin Netanyahu a respingere il piano. "Sono pronto a rinunciare alla sovranità sulla Valle del Giordano in cambio della promessa di non ci sarà uno Stato palestinese. Dobbiamo fermare questo adesso", ha aggiunto.
L'Esercito si mobilita nella Valle del Giordano
L'Esercito israeliano intanto ha rafforzato la sua presenza nella Valle del Giordano, zona strategica della Cisgiordania occupata, poche prima dell'annuncio del piano per la pace in Medio Oriente. "A seguito di una valutazione della situazione da parte delle Forze armate israeliane, è stato deciso di schierare rinforzi nella Valle del Giordano con truppe di fanteria", ha dichiarato l'Esercito in una nota.
L'Iran: è il tradimento del secolo
Il piano di Trump è "destinato al fallimento". Così l'Iran boccia senza appello la proposta del presidente americano. "Il vergognoso piano americano imposto ai palestinesi è il tradimento del secolo ed è destinato al fallimento", afferma il ministero degli Esteri in un comunicato. Sulla stessa linea gli alleati sciiti libanesi di Teheran, Hezbollah, secondo cui il piano Trump è "un tentativo di eliminare i diritti del popolo palestinese".