Tre religiosi clarettiani, Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria, sono stati rapiti nella regione anglofona nel sud-ovest del Camerun. Si tratta di padre Jude Thaddeus Langeh Basebang, di padre Placide Muntong e di uno studente della stessa congregazione religiosa. Lo riferisce l'agenzia Fides.
Il rapimento risale a sabato 24 novembre quando uomini armati hanno sequestrato i tre religiosi sulla strada per Muyenge, dove si stavano recando per una missione di evangelizzazione e di assistenza presso la locale parrocchia.
Il sequestro arriva a pochissimi giorni dall'omicidio di padre Cosmas Omboto Ondari, un missionario di nazionalità keniana appartenente alla Società missionaria di San Giuseppe di Mill Hill, ucciso il 21 novembre a Kembong, a pochi chilometri da Memfe, capoluogo del Dipartimento della provincia Sud-Orientale del Camerun.
Scontri tra esercito e miliziani, oltre 60 vittime
Nelle regioni anglofone del Camerun oltre 60 persone sono rimaste uccise nel fine settimana a seguito degli scontri tra le forze armate e i miliziani separatisti. La maggior parte delle vittime è morta nelle località di Babungo, Bali e Batibo, nella regione anglofona del Nord Ovest. Decine di abitazioni sarebbero state distrutte. Secondo fonti militari citate dall'agenzia di stampa Apa, le vittime erano in gran parte membri dei gruppi armati attivi nella regione.
Un «genocidio silenzioso» nel Camerun anglofono di Matteo Fraschini Koffi
Si ribella la regione «inglese», in Camerun rischio guerra civile di Matteo Fraschini Koffi (3/2018)
Le regioni anglofone e il separatismo
Dall'ottobre del 2017, quando i separatisti proclamarono l'indipendenza della cosiddetta repubblica di Ambazonia, diversi piccoli gruppi di "autodifesa", come le Tigri, le Forze di Ambaland e le milizie Vipers combattono nelle due regioni contro l'esercito e al fianco dei separatisti delle Forze di Difesa dell'autoproclamata repubblica e delle Forze di Difesa del Camerun meridionale.
L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha espresso la propria preoccupazione per la situazione nelle regioni anglofone del Camerun, dove l'Onu continua a ricevere segnalazioni quotidiane di violenze commesse contro i civili sia da parte delle forze di sicurezza che dai gruppi armati separatisti.
A partire dal 2017, quasi 500mila persone sono state costrette a lasciare le proprie case a causa di violenze e abusi commessi contro i civili dal governo e dai separatisti. In meno di un anno, sono stati uccisi almeno 160 militari e membri delle forze di sicurezza e oltre 120 scuole sono state incendiate. Secondo Amnesty International sono più di 700 i civili uccisi solo nel 2018.
Il superiore dei clarettiani: in corso trattative
“In questo momento siamo in comunicazione con il superiore maggiore dei clarettiani in Camerun. Con il provinciale stanno facendo delle trattative per poter avere i nostri fratelli sani e liberi”. Lo ha detto il segretario generale dei clarettiani, padre Joseba Kamiruaga, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000.
«I clarettiani in Camerun – ha aggiunto padre Joseba Kamiruaga - sanno chi è stato ma dicono che bisogna avere cautela in questo momento perché sono in corso delle trattative. Ci resta la speranza e la preghiera, dobbiamo rimanere accanto al popolo più sofferente”.