Negozi distrutti a Johannesburg - Ansa
È l'immagine di una mamma che butta la propria piccola per salvarla, due anni il prossimo mese, da un edificio in fiamme della città sudafricana di Durban l'ultima notizia diffusa dalla Bbc sui disordini che stanno devastando diverse città del Paese, a cominciare dalla capitale Johannesburg. "L'unica cosa che ho potuto fare è fidarmi di completi stranieri", ha spiegato Naledi Manyoni confermando che sia lei che la bambina sono sopravvissute all'incendio senza riportare ustioni.
Intanto il governo ha fatto sapere che aumenterà il suo stanziamento di soldati fino a 25.000 unità, una cifra di dieci volte superiore a quella proposta qualche giorno fa, nel tentativo di fermare la violenza che da giovedi scorso ha colpito soprattutto le province di KwaZulu-Natal e Gauteng, molto importante dal punto di vista economico.
Il triste bilancio è di 72 morti e di decine di feriti. La violenta rivolta è cominciata qualche ora dopo che l'ex presidente Jacob Zuma si è consegnato alla polizia per farsi arrestare.
Zuma è stato incriminato per oltraggio alla corte lo scorso mese per non essersi presentato a un'inchiesta aperta su episodi di corruzione durante la sua presidenza. Il politico, che ha 79 anni e nega qualunque responsabilità per i crimini dei quali è accusato, ha ricevuto una sentenza di 15 mesi di prigione e spera che la condanna venga annullata o che la corte costituzionale del Paese riduca il numero di anni della sua sentenza anche se, secondo gli esperti legali, è improbabile che questo succeda.
Molti sudafricani sono convinti che il successore di Zuma, Cyril Ramaphosa, non sia stato una guida abbastanza decisa, in grado di calmare la rabbia scatenata dall'arresto dell'ex presidente o di rassicurare i sudafricani che tutto andrà per il meglio.
Il timore è che ora gli abitanti prendano la situazione nelle loro mani, dando vita a gruppi di vigilantes per difendere negozi e supermercati presi d'assalto dai rivoltosi. Benchè l'esercito sia corso in aiuto degli agenti della polizia, infatti, e oltre 1750 persone siano state arrestate la situazione appare ancora fuori controllo.
Durante il fine settimana diverse strade, le arterie economiche del Paese, sono state bloccate e i negozi presi d'assalto e incendiati. Secondo il presidente Cyril Ramaphosa si tratta dei disordini peggiori in sud Africa dagli anni novanta, prima della fine dell'apartheid.
Anche se il fattore scatenante della rivolta è stato l'arresto dell'ex presidente e i suoi sostenitori hanno bloccato le strade principali del Paese, chiedendo il suo rilascio, la difficile situazione economica del sud Africa, con la disoccupazione che raggiunge il 46,3% fra i più giovani e il 32,6% tra il resto della popolazione sono state cause importanti dei disordini.
La rivolta è la sfida alla sicurezza del Paese più importante che il presidente Ramaphosa si è trovato ad affrontare, da quando è stato nominato nel 2019, ed è destinata a peggiorare la crisi economica già aggravata dalla pandemia. Molti supermercati, farmacie e altri negozi sono stati distrutti.
Il ministro responsabile per la polizia, Bheki Cele, ha detto ai giornalisti che, se i saccheggi continuano, esiste il rischio che intere aree del Paese rimangano senza generi alimentari di base. Tuttavia il ministro della difesa Nosiviwe Mapisa-Nqakula ha confermato che non esiste ancora la necessità di dichiarare lo stato d'emergenza.