mercoledì 3 gennaio 2024
Nel Dipartimento che ha sviluppato Iron Dome, Arrow 3, testato nella lotta agli Houthi, e David Sling contro Hezbollah.
Il sistema di difesa antimissile israeliano Iron Dome

Il sistema di difesa antimissile israeliano Iron Dome - Ufficio Stampa del Ministero della Difesa israeliano

COMMENTA E CONDIVIDI

«Dal 7 ottobre, sono oltre 12.000 i razzi lanciati da Hamas verso Israele, di cui più di 2.000 – con un rapporto di circa 1 su 5 – ricaduti sullo stesso territorio di Gaza. Si parla spesso di “sproporzione” nella risposta all’attacco del gruppo terrorista, ma andrebbe considerato che se non ci fosse l’Iron Dome il numero di civili israeliani morti sarebbe di gran lunga più alto di quello dei palestinesi». Il colonnello Nir Weingold ci riceve alla Kirya, il quartier generale della Difesa Israeliana, un “fortino” inaccessibile nel cuore di Tel Aviv. È capo del Dipartimento di Sviluppo, Economia e IT del Dipartimento di Ricerca e Sviluppo della Difesa (DDR&D) dedicato allo sviliuppo di tecnologie militari attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. L’obiettivo primario è la salvaguardia della vita dei civili, israeliani o palestinesi che siano.

Il direttore del Dipartimento è il Dr. Daniel Gold, l’uomo che, a partire dai primi anni 2000, ha pensato e progettato Iron Dome per minimizzare i danni causati dai primi razzi lanciati da Hamas sul territorio israeliano. Fino a oggi, il sistema antimissile ha salvato migliaia di vite. È solo la più conosciuta (e utilizzata) delle tecnologie nate nel DDR&D dell'Israel Missile Defense Organization (IMDO), chiamato a prevenire le minacce costanti su tre fronti: Hamas al sud, Hezbollah al nord e, per la prima volta nella storia di Israele, gli Houthi dello Yemen. Dall’inizio del conflitto, i miliziani sciiti, sostenuti dall’Iran, agiscono con missili ad ampio raggio – si tratta di una rotta di oltre 2.000 Km – tengono sotto scacco il Golfo del Mar Rosso e anche la città israeliana di Eilat, località turistica che da tre mesi ospita un gran numero di sopravvissuti all’atroce massacro dei kibbutz. «Proprio a causa di questi attacchi da parte degli Houthi abbiamo testato la tecnologia Arrow 3, dispiegata operativamente la prima volta nel 2017. La prova a cui ci ha sottoposti il gruppo terrorista yemenita ci ha confermato che questo sistema è estremamente efficace, e ha salvato, sta salvando, le vite dei nostri cittadini del sud del Paese».

Insieme ad Iron Dome e Arrow 3, DDR&D ha prodotto negli ultimi anni il sistema David Sling (Fionda di Davide), che ha avuto un ruolo cruciale nel proteggere la popolazione che vive nel nord del Paese, sottoposta costantemente alla minaccia dell’Hezbollah libanese. «Lo sviluppo di queste tecnologie di intercettazione missilistica permette di ridurre al minimo il contrattacco nei confronti dell’aggressore, poiché le Forze di Difesa israeliane cercano sempre, in tutti i modi possibili, di minimizzare i danni collaterali. Sta crescendo l’utilizzo di tecnologie AI, implementate anche attraverso la preziosa collaborazione con il mondo dell’High Tech e finanziamenti congiunti con altri 17 Paesi. Tra questi l’Italia, che è da sempre uno dei nostri partner privilegiati, con cui collaboriamo da anni per lo sviluppo di sistemi innovativi per la sicurezza dei civili. L’uso dell’intelligenza artificiale – conclude il colonnello Weingold – sta diventando sempre più cruciale. Anche in questa ultima guerra. Che non abbiamo scelto di condurre e che ci è stata dichiarata, nel modo più brutale».

Il colonnello Nir Weingold

Il colonnello Nir Weingold - Per concessione dell'Ufficio Stampa del Ministero della Difesa israeliano


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: