Un bambino, un cuoricino e un aereo che lancia fiori. Un altro bimbo esanime a terra, in una pozza rosso sangue con intorno tutti i simboli della guerra: un aereo, un uomo col mitra, una carro armato. Un arcobaleno sormontato da una croce appena abbozzata. Sono i disegni dei bambini di Aleppo, mostrati - in apertura del suo intervento al convegno del Partito popolare europeo a Venezia su “Costruire la pace” – dal padre gesuita Ziad Hilal, responsabile del progetto Siria di “Aid to Church in need”, Aiuto alla Chiesa che soffre. «In Siria esiste ancora una società civile in cui la Chiesa lavora fianco a fianco con i nostri fratelli musulmani per non lasciare da soli i siriani. C’è gente che ha scelto di restare perché non ha perso la speranza, e i bambini che vanno a scuola, pur con il rumore di sottofondo delle bombe, disegnano le loro paure, ma anche i lorio sogni».
Mostrati a Venezia al convegno "Costruire la pace" dal padre gesuita Ziad Hilal (Angelo Picariello)
Il loro stesso andare a scuola è motivo di speranza che possa esistere per loro un futuro. «Ma la Ue non può lasciare tutta l’iniziativa nelle mani di Stati Uniti e Russia», chiede padre Hilal.
E dal raduno di Venezia il vicepresidente del Parlamento europeo, l’italiano Antonio Tajani, ha anche annunciato un’iniziativa in allestimento «entro fine anno» a Bruxelles. Un appello, in collegamento skype da Aleppo, da parte degli stessi bambini, rivolto all’Europa e ai grandi del mondo. Un appello per la pace, a fare di tutto per far cessare i combattimenti e restituire un futuro alla loro vita.
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