Il presidente Senegale Makcy Salll la scorsa settimana ha annullato le elezioni presidenziali di fine mese - Reuters
In quella che appare una sfida diretta al presidente «golpista» (secondo gli oppositori), il Consiglio costituzionale del Senegal ha annullato il rinvio delle elezioni presidenziali di questo mese, una decisione storica che apre un campo di incertezza per la nazione tradizionalmente stabile dell’Africa occidentale.
La decisione del presidente Macky Sall all’inizio del mese di rinviare le elezioni del 25 febbraio ha fatto precipitare il Senegal nella peggiore crisi degli ultimi decenni, scatenando un’ampia protesta e provocando proteste con oltre una decina di vittime. Il Parlamento ha poi approvato il rinvio al 15 dicembre, ma solo dopo che le forze di sicurezza hanno preso d’assalto l’edificio e rimosso alcuni parlamentari dell’opposizione che si opponevano alla legge.
Il voto ha spianato la strada a Sall – il cui secondo mandato sarebbe scaduto ad aprile – per rimanere in carica fino all’insediamento di un successore, probabilmente non prima del 2025. Il Consiglio costituzionale del Senegal ha invece dichiarato incostituzionale proprio la legge adottata dal Parlamento per ritardare il voto. Un ordine che Sall in serata ha detto di «dover rispettare». L’organo costituzionale ha anche annullato il decreto del 3 febbraio di Sall che modificava il calendario elettorale solo tre settimane prima del voto. Il consiglio ha dichiarato «impossibile organizzare le elezioni presidenziali nella data inizialmente prevista», ma ha invitato «le autorità competenti a tenerle il prima possibile».
L’opposizione ha denunciato la mossa di Sall di ritardare il voto come un «colpo di stato costituzionale», affermando che il suo partito temeva la sconfitta alle urne. Ieri comunque 130 oppositori, arrestati da giorni, sono stati rilasciati, e oggi altri 90 potrebbero tornare in libertà come segno di buona volontà del governo. Bisogna ora capire se il presidente, messo letteralmente con le spalle al muro dai giudici, deciderà di rispettare pienamente la sentenza (disinnescando di fatto una crisi istituzionale senza precedenti e confermando di fatto l’atto di golpe): in pratica utilizzare la decisone per giustificare e mascherare il passo indietro sull’annullamento del voto e il rinvio a fine anno. Una sorta di stallo, in attesa della prossima mossa.
Che in serata sembra si sia prospettata con le parole del presidente. Sall ha infatti prima fatto trapelare e poi confermato l’ipotesi di svolgere le elezioni «il più presto possibile», dicendo di voler rispettare l’ordine imposto dal Consiglio costituzionale senegalese. Una mossa che potrebbe sbloccare la situazione di altissima tensione, anche se resta il fatto di come il presidente intenda rispettare il «più presto possibile».