Un poliziotto sul luogo di uno dei massacri in Nigeria - Reuters
"Siamo ormai una specie in via d’estinzione". È questo l’appello provocatorio che arriva dalla Chiesa nigeriana dopo la lunga serie di rapimenti e uccisioni contro i propri membri durante gli ultimi mesi. Da gennaio sono stati almeno 18 i sacerdoti sequestrati e tre quelli rimasti uccisi durante la prigionia.
"Sono stati fatti tentativi per chiedere aiuto al governo a vari livelli", assicura una nota della fondazione di diritto pontificio Aiuto alla chiesa che soffre (Acs).
"Come ha già osservato la Conferenza episcopale nigeriana, è chiaro alla nazione che il governo ha fallito nel suo dovere primario di tutelare la vita dei cittadini nigeriani. Il nostro cammino ministeriale – continua il comunicato – consiste nell’annuncio della Parola di Dio e ciò implica che portiamo con noi i libri sacri e non le armi". In un atto di disperazione, alcuni Stati federali nigeriani avevano dato tempo fa il permesso ai loro cittadini di armarsi. L’ondata di violenze causata da gruppi di banditi e dai militanti islamici di Boko Haram ha preso di mira soprattutto scuole, istituzioni, basi militari, e luoghi di culto. Nell’ultimo periodo, però, è radicalmente aumentato il numero dei sacerdoti cattolici vittime di sequestri e assassinii.