lunedì 15 luglio 2024
Il presidente si avvia oggi, 15 luglio, al quarto mandato, dopo aver ridotto a due innocui candidati i rivali. Su di lui le accuse Onu di appoggiare i ribelli che rubano risorse nel confinante Congo
Il presidente Paul Kagame in un comizio a Busongo

Il presidente Paul Kagame in un comizio a Busongo - Reuters

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Non c’è gara, come non c’è mai stata da 24 anni a questa parte. In Ruanda Paul Kagame succederà a sé stesso per la quarta volta. Kagame, 66 anni, ha contribuito a guidare il movimento ribelle che ha posto fine al genocidio in Ruanda nel 1994 ed è presidente dal 2000. A sfidarlo saranno solo due rivali, perché gli altri sei potenziali e più accreditati candidati non sono stati autorizzati a partecipare alle presidenziali dalla commissione elettorale statale.

Seguendo un copione consolidato da decenni in Africa dopo la decolonizzazione, Kagame ha stravinto con la percentuale bulgara del 99% le ultime elezioni del 2017, che hanno fatto però seguito a un cambiamento costituzionale che rimuoveva i limiti di mandato che gli avrebbero impedito di ricandidarsi.

Il timore di molti osservatori esterni è che il successo possa consolidare anche gli aspetti negativi che hanno segnato soprattutto gli ultimi mandati: la repressione interna e l’accelerazione dei processi di conflitto nella regione dei Grandi Laghi africani. In particolare riferimento alle accuse di violazioni dei diritti e le continue tensioni con la vicina Repubblica democratica del Congo: nei giorni scorsi l’Onu ha accusato esplicitamente Kagame di appoggiare i guerriglieri dell’M23 che compiono stragi nella regione orientale congolese del Kivu per il controllo delle risorse naturali.

Non va inoltre dimenticato che non ha esitato a incassa milioni di sterline con l’accordo sulla migrazione siglato dal Ruanda nel 2022 con l’allora premier Rishi Sunak per accogliere migliaia di richiedenti asilo deportati dalla Gran Bretagna. Piano che sarà però annullato da Keir Starmer, nonostante i moniti del governo di Kagame che ha detto chiaramente che non restituirà i soldi a Londra.

Anche il processo elettorale ha comunque seguito il solco tracciato nel passato. Otto candidati avevano presentato domanda per candidarsi contro Kagame, ma solo due sono stati mantenuti nella lista finale convalidata dalla commissione elettorale. Gli altri, compresi i critici più accesi di Kagame, sono stati esclusi per vari motivi che includevano precedenti condanne penali. I due candidati approvati, Frank Habineza e Philippe Mpayimana, si sono scontrati con Kagame già nel 2017. Anche allora l'esito era già scontato.

Tutto questo porta il Paese delle mille colline a un voto che poco cambierà le sorti dei nove milioni di elettori iscritti alle urne e delle loro famiglie. Saranno eletti anche i membri della Camera bassa del Parlamento, composta da 80 seggi. I risultati provvisori sono attesi entro il 20 luglio.


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