Il principe Carlo, la regina Elisabetta II, il principino George e il padre William (Ansa)
Nessuno gli toglierà la corona del Regno Unito ma che Carlo III rimanga alla guida del Commonwealth è tutto da vedere. Per quanto la mamma, Elisabetta II, ci tenga moltissimo e stia facendo azione di lobby perché il figlio continui a guidare l’associazione che comprende, oltre alle ex colonie dell’impero britannico, altre nazioni. Secondo quanto rivelato dalla BBC il “Commonwealth” ha dato vita a un comitato segreto di alto livello con il compito di affrontare la questione di chi prenderà il posto della sovrana, quando questa morirà, e non è affatto scontato che si tratterà del figlio.
Mentre la corona, infatti, è ereditaria, il ruolo di capo delle ex colonie non lo è. In ogni caso, anche se dovesse succedere alla madre, il principe Carlo guiderà soltanto 15 dei 53 Stati che formano questa organizzazione internazionale perché gli altri sono repubbliche o hanno un loro sovrano pur non avendo rinunciato all’appartenenza al Commonwealth.
La Regina fu proclamata Capo del Commonwealth alla sua incoronazione nel 1953, quando era a capo dello stato in sette dei suoi otto membri. Qualsiasi decisione sul futuro della leadership verrà presa dai capi di governo del Commonwealth al momento della morte della Regina ma non esiste un processo formale per la scelta del suo successore. Sempre secondo la BBC molti leader dell’organizzazione internazionale danno per scontato che non ci siano alternative realistiche al principe Carlo e insisteranno sul fatto che Elisabetta, che è molto stimata all’interno del Commonwealth, abbia detto chiaramente di volerne affidare la guida al figlio. Secondo altre indiscrezioni dell’emittente britannica vi sarebbero, però, anche funzionari che pensano che l’erede al trono sia l’unica via del futuro.
Benché, secondo alcuni, il “Commonwealth” sia un’associazione nostalgica del passato glorioso dell’impero, ormai superata, la Regina ha dedicato buona parte del suo lungo regno a mantenerla in vita e questa organizzazione internazionale è, oggi, molto attiva e dà ai suoi membri, che hanno un passato importante in comune, l’opportunità di interagire a stretto contatto e su basi di uguaglianza in campo economico , in tema di diritti umani e anche nello sport. Si celebrano ogni quattro anni, infatti, i “Giochi del Commonwealth”, il secondo più grande evento multi sportivo dopo i Giochi Olimpici.