venerdì 22 novembre 2024
Il leader russo ordina di testare altri missili intercontinentali. Mosca accusa il presidente Usa uscente di voler minare il campo di possibili trattative quando si insedierà il tycoon repubblicano.
Un missilie balistico intercontinentale russo

Un missilie balistico intercontinentale russo

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Kiev avverte: nessun ritiro dalla regione russa di Kursk in questa fase. Mosca replica: le truppe russe stanno avanzando di «200-300 metri al giorno» nella regione di Donetsk. La guerra è anche nelle dichiarazioni e tutto in questi giorni fa pensare a una ritrovata fibrillazione in vista di un possibile negoziato imposto dalla futura Amministrazione Trump. Un tavolo a cui Russia e Ucraina sperano di sedersi mettendo sul piatto qualcosa da scambiare.

Parlando ad alcuni giornalisti, il ministro degli Esteri russo Lavrov ha lasciato intendere che Mosca non cadrà nella trappola di Biden. L’Amministrazione americana uscente vuole «farla sporca» per lasciare a Donald Trump una matassa aggrovigliata. Secondo Lavrov, che parlava da Brest, in Bielorussia, avere autorizzato gli ucraini di usare missili Atacms americani, Storm Shadow britannici e Scalp francesi, mostra la volontà di «lasciare un’eredità più negativa possibile alla prossima Amministrazione». Missili a lungo raggio e mine antiuomo messi a disposizione dagli Usa, secondo il Cremlino avrebbero lo scopo di sabotare preventivamente le trattative. E da abile diplomatico che prepara il terreno a un possibile negoziato con Trump, Lavrov comincia a spargere zizzania. «Per quanto riguarda la reazione alla nostra risposta (l’uso del missile balistico ipersonico a raggio intermedio Oreshnik - ndr), ho capito che Zelensky si è spaventato e ha iniziato ad accusare direttamente i suoi superiori di averlo lasciato indifeso di fronte all’azione decisa della Russia», ha detto Lavrov in una conferenza stampa. Aggiungendo che «questo è probabilmente un risultato utile», perché «essere più vicini alla realtà, sentirla in prima persona, è utile».

In realtà queste parole fanno tirare un sospiro di sollievo ai consiglieri militari delle cancellerie occidentali. Significa che per il momento, e fino all’insediamento di Trump, Mosca continuerà la guerra con la consueta insistenza, tuttavia limitandosi a plateali azioni dimostrative. L’arma nucleare, dunque, resterà al suo posto. Non la minaccia, che continuerà ad essere agitata contro i Kiev e i suoi alleati. Le divisioni nel fronte pro-Kiev non mancano. La decisione dell’Ucraina di utilizzare mine antiuomo fornite dagli Usa è stata condannata da un portavoce del ministero degli Esteri tedesco dopo che il presidente Biden ha approvato la fornitura. «È deplorevole che l’Ucraina si senta costretta ad adottare tali misure mentre la guerra continua», si legge in una nota da Berlino. Germania e l’Ucraina, al contrario degli Usa, sono firmatari della Convenzione di Ottawa che vieta l’uso o il trasferimento di mine antiuomo.

Il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato l’avvio della produzione in serie del missile balistico a medio raggio Oreshnik, e ha anche chiesto che continuino a essere effettuati test del nuovo sistema che, secondo il leader russo “non può essere intercettato: nessun Paese ha armi come questo”. Parole che suonano come una sfida ai Paesi nato che hanno fornito all’Ucraina i sistemi di difesa aerea.

«Quest’arma può colpire obiettivi in tutta Europa, il che la distingue dalle altre armi a lungo raggio ad alta precisione», hanno spiegato i vertici militari russi al presidente. «Continueremo questi test - ha risposto il capo del Cremlino - anche in condizioni di combattimento, a seconda della situazione e del carattere delle minacce alla sicurezza poste alla Russia».

«Il mondo deve rispondere con fermezza e decisione, in modo che Putin tema di espandere questa guerra e affronti conseguenze reali per le sue azioni», ha reagito il presidente ucraino Zelensky.

Le analisi sul missili intercontinentale svolte dagli analisti del governo ucraino, confermano che l’ordigno che ha colpito la città ucraina di Dnipro giovedì ha raggiunto la velocità massima di 13 mila chilometri orari e ha impiegato circa 15 minuti per raggiungere il bersaglio. Il missile era dotato di sei testate, ciascuna contenente sei submunizioni.

Intanto Mosca avanza nel Donbass, vicino alla cittadina industriale di Kurakhovo. La conferma arriva anche da fonti ucraine. Le forze russe guadagnano circa 300 metri al giorno e nel giro di un paio di settimane potrebbero circondare la città, considerato uno snodo logistico fondamentale per le operazioni militari e, in futuro, per le attività industriali. Nella zona ci sarebbero anche militari nordcoreani. Due giorni fa si era appreso di un colonnello nordcoreano ucciso in battaglia, ma la notizia non è stata ancora confermata.

La Corea del Nord fornisce uomini e armi a Mosca, che ripaga il regime anche con forniture petrolifere. Pyongyang ha probabilmente ricevuto più di 1 milione di barili di petrolio dalla Russia nei primi otto mesi di quest’anno, in violazione delle sanzioni dell’Onu. La conferma arriva da un’analisi delle immagini satellitari pubblicata dall’Open Source Centre, che ha monitorato il viavai di petroliere dai porti russi a quelli nordcoreani.

Nonostante gli scontri le parti tengono aperta una linea di comunicazione. L’amministrazione della regione russa di confine di Kursk ha dichiarato che 46 residenti russi trattenuti dall’Ucraina sono stati riconsegnati alla Russia in seguito a negoziati con Kiev. Il governatore Alexei Smirnov ha dichiarato che i civili, tra cui 12 bambini, erano stati trasferiti dalle truppe ucraine dopo un’incursione transfrontaliera nella regione russa ad agosto.

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