In Nigeria, e non solo, è il giorno della
marcia. Nella capitale Abuja, e in molte altre città del mondo, la
mobilitazione è partita: donne, ragazze, giovani e non, un fiume di
persone vestite di rosso camminano per le strade ricordando che un
anno fa, nella notte tra il 14 e il 15 aprile, i miliziani di Boko
Haram fecero irruzione nel dormitorio di una scuola di Chibok, nel
nordest della Nigeria, e rapirono 276 studentesse.
Cinquantasette di loro riuscirono a fuggire nei giorni seguenti ma
delle altre 219 ragazze, da allora, non si sa più nulla e negli ultimi
giorni è circolata la notizia che potrebbero essere state uccise.
Il web si mobilita. Ma
il mondo non smette di sperare e, attraverso la campagna 'Bring Back
Our Girls', continua a chiedere che non siano dimenticate e che
vengano liberate.
Le iniziative organizzate per oggi stanno viaggiando anche sui social
network, dando vita ad una marcia silenziosa globale che ha luogo
contemporaneamente in diverse parti del mondo, attraverso gli hashtag
#BringBackOurGirls, #365DaysOn, #ChibokGirls, #NeverToBeForgotten.In
Francia, il sindaco di Parigi Anne Hidalgo ha ricordato su Twitter il
"triste anniversario: non dimentichiamo le liceali nigeriane rapite un
anno fa", postando la foto di un palco nella capitale francese con le
sagome di 276 studentesse e la scritta 'Bring Back Our Girls'.
Buhari: non posso promettere di salvarle. Il neo presidente nigeriano, Muhammadu Buhari, nel
giorno della commemorazione ha ammesso di non sapere "se le ragazze
possono essere salvate. Il posto dove si trovano resta ignoto - ha
detto - mi piacerebbe molto poterlo fare ma non posso promettere di
ritrovarle", ha ammesso in un comunicato.
«Ho visto le ragazze: "sposate" ai terroristi».
La 23enne Liatu Andrawus stava andando dal suo villaggio,
vicino la città di Gwoza, verso la capitale della Nigeria quando
alcuni ribelli hanno aperto il fuoco e fermato la sua macchina
catturandola.
La giovane ha ricordato quando è rimasta prigioniera per sei mesi dai
terroristi che l'hanno costretta a rinunciare al cristianesimo, per
non essere uccisa, prima di farle sposare un militante. "Mi hanno
portato nel loro campo nella foresta di Sambisa - ha raccontato - mi
hanno detto di convertirmi all'islam ma ho risposto di non essere
pronta. Mi hanno chiesto quale tipo di morte preferissi, se venire
fucilata o uccisa a coltellate".Dopo alcune settimane Andrawus è stata portata a Gwoza,
dove è stata costretta a sposarsi, contro il suo volere, con un
estremista. La donna è quindi stata mandata ad una scuola islamica
della città, dove ha incontrato le oltre 200 studentesse rapite.
"Ho visto le ragazze di Chibok - ha raccontato - quasi tutte sono
state costrette a sposarsi e stavano in diverse case a Gwoza". Solo 13
delle giovani, ha precisato, non erano ancora sposate ed erano chiuse
a chiave dentro una casa.
La donna ha poi chiarito di non sapere cosa sia successo alle
studentesse dopo che l'esercito nigeriano ha ripreso il controllo di
Gwoza a fine marzo, ma suppone che siano state portate via dai ribelli
tra le montagne di Mandera.
Amnesty: «2mila donne rapite dai Boko». Secondo i dati comunicati da Amnesty International, sono
almeno 2mila le donne e le ragazze rapite negli ultimi 15 mesi dagli
islamisti, che hanno anche obbligato alcune di loro ad addestrarsi per
combattere.
Le giovani donne e le studentesse sequestrate da Boko Haram vengono
imprigionate, in alcuni casi stuprate e obbligate a convertirsi e a
sposarsi.
I civili uccisi dai terroristi in quest'ultimo anno, riporta
l'organizzazione umanitaria, sono 5.500. Dall'inizio della rivolta
islamista scoppiata in Nigeria nel 2009, invece, sono circa 14mila le
persone uccise dai miliziani islamisti.