venerdì 9 agosto 2024
L'annuncio da parte della moglie del dittatore, Rosario Murillo: si consolida la procedura che minaccia e poi arresta e membri della Chiesa. E dopo la mediazione vaticana li manda in esilio a Roma
Una maglietta del dittatore Dániel Ortega resta invenduta sulle bancarelle a Manila

Una maglietta del dittatore Dániel Ortega resta invenduta sulle bancarelle a Manila - Ansa

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La procedura è ormai consolidata: prima l'arresto, poi la mediazione vaticana e alla fine l'espulsione dei sacerdoti "scomodi". E ieri la vicepresidente del Nicaragua Rosario Murillo, moglie del presidente Dániel Ortega, ha confermato di aver liberato sette sacerdoti nicaraguensi arrestati tra il 26 luglio ed il 5 agosto. "Ieri, mercoledì 7 agosto, sette sacerdoti nicaraguensi sono partiti dal Nicaragua per Roma dove sono arrivati sani e salvi e sono stati accolti presso la Santa Sede", ha detto Murillo leggendo un comunicato durante il suo intervento quotidiano sulle reti nazionali.
I preti costretti a lasciare il Nicaragua sono Harvin Torrez, Edgard Sacasa, Víctor Godoy, Jairo Pravia, Ulises Vega, Marlon Velasquez e un frate, Silvio Romero. In Nicaragua rimangono agli arresti altri due sacerdoti, monsignor Frutos Valle, della diocesi di Estelí, obbligato a non uscire dal seminario Nuestra Señora de Fátima di Managua e Fratel Francisco Tercero González, che si trova nel carcere de La Modelo di Tipitapa, a 60 chilometri dalla capitale. la loro colpa? Non aver taciuto davanti alle nefandezze commesse dalla famiglia Ortega, aver sempre preso le parti dei più deboli e aver confidato in una giustizia che stenta però a manifestarsi in un Paese che è passato, senza soluzione di continuità, dal sandinismo alla dittatura familiare (per ora) impunita.

A non tacere più è però anche il Brasile di Lula. perché Brasile e Nicaragua hanno espulso i rispettivi ambasciatori al culmine di uno scontro diplomatico che dura da mesi. Una fonte diplomatica brasiliana ha riferito che l'ultimo episodio che ha portato al riacutizzarsi delle tensioni è avvenuto dopo che l'ambasciatore brasiliano in Nicaragua ha saltato la commemorazione del 19 luglio della rivoluzione sandinista del Nicaragua che avrebbe portato al potere il presidente Dániel Ortega. L'ambasciatore brasiliano non era l'unico diplomatico assente dalla cerimonia, ha osservato la fonte. Assenza che ha portato il Nicaragua a chiedere all'ambasciatore brasiliano di lasciare il paese. L'ambasciatore brasiliano "ha lasciato il nostro Paese, il nostro Nicaragua, e allo stesso modo il nostro ambasciatore... è in viaggio verso la nostra patria", ha detto ai media statali la vicepresidente nicaraguense Rosario Murillo.

Le relazioni tra i due Paesi guidati dalla sinistra (anche se in Nicaragua la concezione di "sinistra" è più simile all'inquietudine per ciò che può accadere che una collocazione politica) si sono raffreddate da quando Ortega ha ignorato i tentativi della controparte brasiliana Luiz Inácio Lula da Silva di mediare, su richiesta di papa Francesco, nei colloqui per il rilascio di un vescovo incarcerato. A gennaio, il Nicaragua ha rilasciato due vescovi cattolici romani, 13 sacerdoti e tre seminaristi, inviandoli a Roma.


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